Infortuni, nessun rimborso per strappo muscolare

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 558 del 17 gennaio scorso, ha chiarito che non spetta il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro al dipendente che si procuri uno strappo muscolare durante il servizio. Nello specifico la Suprema Corte sottolinea che non può essere ammesso né il riconoscimento per inabilità temporanea, né, a maggior ragione, quello per inabilità permanente. Tale scelta dei giudici muove dal fatto che in caso di strappo muscolare, da un lato manca il presupposto giuridico della “causa violenta” e dall’altro non è possibile ricondurre all’evento un quadro clinico che certifichi un danno permanente.

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Eternit: 13 febbraio l’udienza

L’Eternit di Casale ha fatto una strage pianificata di lavoratori e dell’ambiente di immani proporzioni, com’è accaduto anche negli altri suoi siti a livello nazionale e internazionale. Il 13 febbraio ci sarà la sentenza di primo grado contro i padroni dell’amianto che con la polvere-killer si sono arricchiti mentre gli operai, le loro famiglie, i cittadini di Casale sono morti e continuano a morire. I padroni miliardari, lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier de Marchienne, sono accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro. “Una tragedia mai vista e mai letta” – ha commentato il PM Raffaele Guarinello. Continua a leggere

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Trapani: continua l’occupazione degli operai della petroliera Marettimo

Ormai da quattro mesi, 22 operai del Cantiere Navale di Trapani si oppongono alle decisioni del datore di lavoro, che prima ha messo in cassa integrazione e poi licenziato (a Natale) tutti i 59 dipendenti del Cantiere. Si tratta di una speculazione, avvertono gli operai, perché il lavoro c’è – e la dimostrazione è in quella stessa nave, commissionata e mai terminata. Oggi continuano l’occupazione della nave petroliera Marettimo M. al cantiere Navale di Trapani per riavere il loro posto di lavoro. Questi operai , questi uomini, in pieno inverno, vivono su una petroliera al freddo, senza acqua corrente e luce elettrica, senza servizi igienici; alcuni hanno già perso la casa, altri non potrebbero arrivare a fine mese senza l’aiuto dei parenti: famiglie per lo più monoreddito che ora si trovano a lottare per la sopravvivenza.  Una storia di difesa del lavoro contro una decisione ritenuta ingiusta, senza l’appoggio dei sindacati e nell’indifferenza di una città, Trapani, alla viglia delle elezioni, dove si sta celebrando da un anno il processo per l’omicidio di Mauro Rostagno e si cerca l’ultimo boss latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro.

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SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 06/02/12

INDICE
– MARLANE PRAIA MARE: NESSUNO LI PUÒ GIUDICARE
LO SFOGO… 😉
– INFORTUNI: FANTINI (LAVORO), NOSTRO IMPEGNO È FORTE
– COMUNICATO OPERAI THYSSENKRUPP ADESIONE MANIFESTAZIONE NAZIONALE FIOM-CGIL 11 FEBBRAIO 2012
– LICENZIAMENTO DE ANGELIS: TRENITALIA PRESENTA RICORSO E POI CHIEDE A DE ANGELIS UN’ ABIURA PER RITIRARLO
– PROCESSO ETERNIT: SI AVVICINA LA SENTENZA
-18 RAGIONI PER DIRE NO ALL’ ABOLIZIONE DELL’ ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
– INIZIATIVA A GENOVA CON IL FERROVIERE RICCARDO ANTONINI LICENZIATO DA TRENITALIA
-PER UNA PICCOLA IMPRESA LICENZIARE E’ SEMPRE GIUSTO: UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA Continua a leggere

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Gennaio: continua l’elenco dei morti sul lavoro

30 GENNAIO

VICENZA – Un uomo di 56 anni, Antonio Trentin, residente ad Arcugnano (Vicenza), pensionato, è morto dopo essere caduto mentre stava potando un albero nel terreno di proprietà di un artigiano. L’ uomo, che pare stesse usando una scala, è precipitando al suolo da un’altezza di circa tre metri. Indagini sono in corso da parte del personale dello Spisal dell’Usl di Vicenza intervenuto assieme ai carabinieri della stazione di Brendola (Vicenza). 

PONTE A EGOLA (PISA) – È un uomo di 30 anni, il lavoratore ustionatosi all’interno della conceria Blutonic di Ponte a Egola, nel Comune di San Miniato (Pisa), azienda partecipata da Gucci e che produce articoli in pelle per il famoso marchio della moda. Secondo dirigenti dell’Asl 5 di Empoli, l’incidente sarebbe avvenuto alle 11.20, ma la chiamata al 118 sarebbe arrivata alle 12. Stando alla ricostruzione fornita dai tecnici della medicina del lavoro dell’Asl, l’uomo, un italiano che abita a Empoli, si trovava nelle vicinanze della tubazione di un macchinario dove scorre acido solforico. La rottura improvvisa del tubo avrebbe provocato la fuoriuscita della sostanza procurando all’uomo ustioni sul viso e su alcune parti del corpo guaribili in 25 giorni. Il 30enne è un dipendente di una ditta di Empoli che si occupa d’impiantistica per concerie e impianti di depurazione e che, al momento dell’incidente, si trovava all’interno della concerie per effettuare interventi su alcuni macchinari.  Continua a leggere

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Libri: Mugello sotto sopra

Ogni volta che vedo salire su una jeep o un piccolo furgone i minatori che vanno verso la galleria e mi salutano dai finestrini, mi chiedo se staranno nell’arca. La chiamano così quella sorta di scatola bunker dove si rifugiano i lavoratori mentre fuori salta l’esplosivo per far avanzare lo scavo in galleria. Come nell’arca di Noè del racconto
biblico, ogni giorno una sfida al diluvio universale, alla vita quotidiana.

Vi proponiamo la puntata di Tabula Rasa con ospite Simona Baldanzi e il suo libro Mugello Sotto Sopra. Una interessantissima ricerca sul mondo delle tute arancioni nei cantieri della Tav e della Variante di valico nel Mugello. Le emigrazioni, il nomadismo, la sicurezza sul lavoro, la depressione, le condizioni di vita sono solo alcuni degli elementi che Simona in questa ricerca molto approfondita tocca.

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Per i morti della Marlane

Alla Marlane di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, industria tessile del gruppo Marzotto, si è consumata una tragedia del lavoro della quale si parla poco. Ben oltre 100 lavoratori si sono ammalati di tumore di varia natura e a decine sono deceduti (secondo fonti attendibili e realistiche sono oltre 80). Purtroppo questi numeri, che nascondono vite spezzate, sono destinati a crescere nel tempo. Il Tribunale di Paola, il 12 novembre 2010 ha rinviato a giudizio Pietro Marzotto ed altri 11 dirigenti della Marlane, della ex-Lanerossi, della Marzotto, con l’ accusa di omicidio colposo plurimo, aggravato dalla omissione delle cautele sul lavoro, lesioni colpose gravissime, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e disastro ambientale doloso, per aver sversato e interrato nell’ area antistante lo stabilimento tessile, tonnellate di rifiuti speciali di cui la maggior parte di natura altamente cancerogena.

Dopo anni di indagini e tra mille difficoltà, la Magistratura ha deciso di procedere per raggiungere quella verità richiesta dai lavoratori, dalle famiglie, dalle organizzazioni sociali e associazioni ambientaliste, dalle amministrazioni locali che si sono costituiti parte civile (le parti offese sono oltre 180). Il processo doveva iniziare il 19 aprile 2011 ma la prima udienza è stata rinviata ben 5 volte (l’ ultimo rinvio è del 30 dicembre 2011) per vizi di forma, errori di notifica ed eccezioni procedurali presentate dagli avvocati degli imputati. Il dibattimento, quindi, non è ancora veramente iniziato. La prossima udienza dovrebbe svolgersi il 24 febbraio 2012 ed il rischio di prescrizione aumenta con il passare del tempo.

Noi crediamo che sia giusto che emerga con chiarezza quanto accaduto alla Marlane. Riteniamo necessario, quindi, che il processo abbia finalmente inizio e che non ci debbano essere ulteriori impedimenti di varia natura che ostacolino il suo normale svolgimento. Perché i morti, gli ammalati, le loro famiglie e la popolazione chiedono verità e giustizia. A Vincenzo Benincasa, Lorenzo Bosetti, Salvatore Cristallino, Antonio Favrin, Giuseppe Ferrari, Ernesto Fugazzola, Jean De Jaegher, Carlo Lomonaco, Pietro Marzotto, Lamberto Priori, Attilio Russe e Silvano Storer, imputati del processo Marlane, vogliamo fare un appello accorato: non chiedete ulteriori rinvii delle udienze, non autorizzate i vostri avvocati ad agire in tal senso: pretendete di raggiungere un verdetto in tempi ragionevolmente brevi. Questo è un vostro preciso diritto, un dovere e una condizione indispensabile per fugare qualsiasi dubbio e rendere giustizia ai lavoratori della Marlane ed alle loro famiglie. Per info e adesioni fosco@freedomlab.it

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Turbigo e la “squadra della morte”

Te lo ricordi Sergio? Sergio**** che faceva il turnista alla centrale di Turbigo? E’ morto di mesotelioma pleurico, cancro al polmone causato dall’amianto e con lui ne sono morti altri 44 in quella centrale per cancro o per asbestosi!

Il primo esposto risale al 1986. E adesso, a distanza di ventisei anni, la procura di Milano iscrive nel registro degli indagati sette ex dirigenti della centrale termoelettrica di Turbigo per omicidio e lesioni colpose, con l’aggravante della violazione delle normative sulla sicurezza. Per la prima volta in Italia a rispondere dei reati sono ex funzionari pubblici e non manager privati che hanno consentito che i loro dipendenti lavorassero a contatto con l’amianto. Finora le vittime accertate dal pm Maurizio Ascione – che, con la supervisione e il coordinamento del procuratore aggiunto Nicola Cerrato, ha riaperto le indagini – sono quaranta, nove dei quali già morti. Ma il numero potrebbe salire e tragli ex operai si parla già di quindici decessi.

Riportiamo qui di seguito un racconto dei Cobas Energia del 2003 su questi lavoratori. Continua a leggere

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Concordia: la nave degli invisibili

Un sopravvissuto alla nave Concordia ha dichiarato in televisione: ““I marinai erano tutti stranieri. Non sapevano parlare né l’italiano né l’inglese, e soprattutto non avevano idea di come funzionassero le scialuppe. Gliel’ho dovuto spiegare io insieme ad altri. Erano più terrorizzati di noi”.  C’è chi dice il contrario. Conoscendo come vanno le cose nel nostro paese non è difficile credere che molti dei lavoranti più bassi della Concordia non avessero nè un contratto e quindi neanche un’addestramento alla sicurezza. Inoltre ci chiediamo che credibilità ha una società che al momento del disastro non è conoscenza neanche della lista delle persone che lavorano sulle sue navi? Che credibilità ha nel momento che addossa tutta la colpa del disastro solo sul suo capitano? Chi ci dirà mai la verità su tutte quelle persone invisibili che lavoravano su quella nave e di cui non sapremo mai nulla? Sono passati solo pochi giorni e già non si parla più delle persone disperse perchè difficilmente le troveranno vive. Eppure sono le persone che hanno salvato i “nostri passeggeri” e nonostante ciò erano e rimarranno invisibili perchè alla base c’è la stessa politica che ci rende indifferenti di fronte ai barconi della morte che si rovesciano nel mare di fronte Lampedusa. Anche loro morti in mare per raggiungere una terra che li farà comunque morire per il suo profitto. A questi invisibili va il nostro pensiero, visto che probabilmente nel loro paese i loro familiari non sapevano neanche che stavano su quella nave e non ne reclameranno mai il corpo. Tutto questo ancora una volta nel “mare nostrum”, il mare della morte.

“Cara” Costa Crociere non crediamo che il capitano Schettino abbia spento la strumentazione per poter arrivare così vicino all’isola del Giglio di sua iniziativa senza che lei e la Capitaneria ne fosse a conoscenza. Solo quando usciranno le liste di tutti i lavoratori e lavoratrici della Concordia e dei loro regolari contratti di assunzione potremmo credere che l’inchino al signor denaro sia stato voluto solo dal “codardo” capitano.

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Sentieri sulla mortalità per inquinamento

Scarica il risultato delle analisi

Il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) riguarda l’analisi della mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi, che presentano un quadro di contaminazione ambientale e di rischio sanitario tale da avere determinato il riconoscimento di “siti di interesse nazionale per le bonifiche” (SIN). Lo studio ha preso in considerazione 44 dei 57 siti oggi compresi nel “Programma nazionale di bonifica”, che coincidono con i maggiori agglomerati industriali nazionali; per ciascuno di essi si è proceduto a una raccolta di dati di caratterizzazione, e successivamente a una loro sintesi. Continua a leggere

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