Morti sul lavoro. Un settore che non conosce Crisi

Tratto da Siderlandia di Vincenzo Vestita

Come da tradizione consolidata, il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo porta con se tutta una serie di bilanci e statistiche, che spaziano in campi tra loro diversissimi e che coprono una vastissima casistica tra il serio e il faceto. Ve n’è una però che non è altro che una tragica conta di vite perse sul lavoro, le cosiddette “morti bianche”, una elegante locuzione per attribuire una neutralità ed una inevitabilità ad un fenomeno che non è né neutro né inevitabile.

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Ferrovieri di Serie C: le voci dei lavoratori treni notte

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Alla fine dello scorso novembre un gruppo di lavoratori dell’azienda, che ha sostituito la storica wagon lits nell’appalto di gestione dei treni notte di Trenitalia (la Newrest Servirail), ha occupato la sede aziendale di Roma sulla via Prenestina, supportati dai lavoratori della manutenzione degli stessi treni notte. Da lì, è iniziato il nostro percorso di conoscenza e di supporto e sostegno di un gruppo di lavoratori autorganizzati. Non è una vertenza qualsiasi delle tante che fioriscono nell’Italia della crisi. E’ la vertenza simbolo di come la distruzione di un servizio pubblico come quello ferroviario coincida con l’attacco al diritto al lavoro. La loro lotta è la lotta di chi ha visto sacrificato l’importante servizio di trasporto per i sempre più numerosi pendolari di lungo raggio dal Sud a Nord, sull’altare del molto più lucroso trasporto ad Alta Velocità.
Collettivo Inchiesta Operaia – www.inchiestaoperaia.orginfo@inchiestaoperaia.org

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Dicembre: investito

29 DICEMBRE

PALERMO – Una palazzina di tre piani è crollata nel primo pomeriggio nella borgata Acquasanta, in vicolo Pipitone. Sotto le macerie è rimasto imprigionato un muratore – Salvatore Manfredi, di 49 anni – che stava lavorando alla ristrutturazione dell’edificio quando sono crollati il tetto e il solaio del secondo piano. I soccorritori sono però riusciti a sentire le sue invocazioni d’aiuto, e dopo tre ore sono riusciti ad estrarlo dal cumulo di macerie sotto il quale era rimasto imprigionato. Alle 17 i vigili del fuoco lo hanno imbracato e con una barella agganciata a un’autoscala lo hanno issato dal tetto della palazzina. L’uomo sta bene, ha solo un piede fratturato, ed è stato subito trasferito al Trauma Center dell’ospedale Villa Sofia. Continua a leggere

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Morire di lavoro, in un romanzo

Da Rassegna.it di Fabrizio Ricci

Altim Popi non é un personaggio di tendenza. Anzi, Altim Popi é un non personaggio. Il nome e le origini albanesi potrebbero far pensare a qualche criminale spietato di quelli che vanno per la maggiore, un gangster con l’accento dell’est, freddo e senza scrupoli. Invece Altim é solo un muratore, sporco di cemento. Di lui non sappiamo molto altro, perché la sua parte nella storia non gli consente di dirci di più. D’altra parte generalmente é proprio così che vanno le cose, anche nella realtà: di chi muore sul lavoro non si sa quasi niente, spesso nemmeno il nome.  Continua a leggere

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Buon Natale da chi non vuole “pacchi” a Casale Monferrato

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Processo Umbria Olii

SPOLETO (PERUGIA), 13 DIC – Sette anni e sei mesi di reclusione è la condanna che oggi il giudice unico del tribunale di Spoleto ha inflitto all’ex amministratore della Umbria Olii Giorgio Del Papa per la morte del titolare di una piccola ditta di carpenteria e di tre suoi operai a causa di un’esplosione avvenuta cinque anni fa nell’azienda di Campello sul Clitunno dove stavano svolgendo lavori di manutenzione. L’incidente si verificò nel primo pomeriggio del 25 novembre 2006 mentre le vittime stavano saldando una passerella metallica alla sommità di due silos. Un quinto collega si salvò miracolosamente perchè impegnato a manovrare una gru con un lungo braccio e quindi distante dal punto dello scoppio. Del Papa, che non ha assistito alla lettura della sentenza, è stato processato come allora presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda specializzata nella raffinazione di oli vegetali. Secondo la ricostruzione della procura di Spoleto nell’impianto venivano trattati quelli di sansa grezza, caratterizzati dalla presenza di solventi come l’esano e quindi «fonti di potenziali atmosfere esplosive». Senza che fossero adottate – ritiene l’accusa – le misure tecniche e organizzative adeguate alla natura di tale attività. Di qui l’accusa di omicidio colposo plurimo contestata a Del Papa insieme ad altri reati. Per i pm spoletini l’esplosione si verificò a causa dei gas quando gli operai saldarono la passerella. L’imprenditore ha comunque sempre negato di essere stato responsabile dell’incidente che a suo avviso fu provocato da un errore degli operai. Per questo la Umbria Olii aveva chiesto alle famiglie delle vittime e all’operaio sopravvissuto un risarcimento, negato dalla magistratura, di 35 milioni di euro. Oggi il giudice ha invece stabilito che sia Del Papa a risarcire i parenti degli operai morti e il loro collega ma anche il ministero dell’Ambiente e la Regione Umbria (una decina di silos vennero distrutti dall’esplosione con una notevole quantità di olio disperso). I familiari di Giuseppe Coletti, Maurizio Manili, Tullio Mottini e Vladimir Todhe hanno accolto la sentenza senza applausi ma visibilmente soddisfatti. «Nessuno mi potrà ridare mio marito ma giustizia è stata fatta» ha detto una delle vedove. In aula anche il sindaco di Campello, Paolo Pacifici, che ha parlato di «una sentenza che conferma l’impianto accusatorio della procura e che è coerente con gli appelli del Capo dello Stato». Ha invece scelto di non entrare nel merito giuridico della decisione la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ha comunque espresso «affetto e vicinanza» alle famiglie delle vittime e all’operaio sopravvissuto. «Famiglie che almeno – ha detto – si vedono riconosciuta giustizia. Quella di Campello è stata una tragedia che ha particolarmente segnato l’Umbria e il suo mondo del lavoro». «Una sentenza ispirata a giustizia, che individua le responsabilità e stabilisce i provvedimenti conseguenti. Cosa che non sempre accade nel campo dei processi per incidenti sul lavoro», il commento dell’assessore regionale alla sicurezza sul lavoro, Stefano Vinti. Continua a leggere

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Novembre: il mese dei morti

30 NOVEMBRE

BOLOGNA – Un operaio di 39 anni è rimasto schiacciato sotto alcune pesanti lastre di marmo, che gli sono cadute addosso mentre le stava scaricando da un camion. Il grave incidente sul lavoro è avvenuto poco prima delle 10 in via Andrea da Faenza, in zona Corticella, alla periferia di Bologna. N.D.G., originario di Montecchio Maggiore (Vicenza) e dipendente di un’impresa di marmi, è stato soccorso dai medici del 118 e portato in ‘codice 3’, il più grave, all’ospedale Maggiore, dove è stato ricoverato in sala rianimazione, con prognosi riservata. In base alla prima ricostruzione dei carabinieri, intervenuti per i rilievi, a provocare l’incidente potrebbe essere stato il cedimento di uno dei ganci che trattenevano le lastre di marmo sul mezzo pesante. Gli accertamenti sono ancora in corso. Continua a leggere

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Per non morire di lavoro

Quest’anno la III° edizione della manifestazione “PER NON MORIRE DI LAVORO” si svolgerà il 3 dicembre a partire dalle 17.30 tratterà il tema parlando di tre libri usciti negli ultimi tre anni, direttamente con gli autori. Nella parte introduttiva dell’iniziativa ci collegheremo telefonicamente con l’Assemblea 29 giugno di Viareggio, che riunisce i familiari delle vittime della strage della stazione di Viareggio del giugno 2009, e che nonostante le difficoltà della vertenza e le ritorsioni di Trenitalia, stanno portando avanti una dura battaglia per il riconoscimento delle responsabilità dell’incidente.

L’edizione 2011 di “Per Non Morire di Lavoro” è promossa da:
Associazione CENTRO DI DOCUMENTAZIONE POPOLARE di Orvieto e si svolge con il sostegno di:
* Libreria Parole Ribelli di Orvieto
* Associazione Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro “Ruggero Toffolutti” di Piombino
* Associazione “L’albero di Antonia” di Orvieto * Confederazione COBAS – Comitati di Base dell’Orvietano
*Associazione Centro di Documentazione Popolare – o.d.v. Via Magalotti, 20 – 05018 – Orvieto (TR)

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5° Anniversario della morte di Massimo Romano

Da Ancora in Marcia

Il 15 novembre 2006 il nostro collega, Massimo Romano, di 42 anni moriva investito dal treno sui binari di Monterotondo (Roma) mentre lavorava con un martello pneumatico che ‘copriva’ il rumore del treno. Una morte sul lavoro dai contorni anomali perché il martello pneumatico (avvistato dal capotreno e dal macchinista) con cui stava lavorando al momento dell’incidente, non fu ritrovato sul posto. Una morte che dopo cinque anni, ancora oggi, cerca una verità.  Continua a leggere

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Processo ThyssenKrupp

15 novembre 2011 – L’ad della ThyssenKrupp decise di «non fare nulla» per la sicurezza e la prevenzione d’incendi: lo affermano i giudici della Corte d’Assise di Torino nelle motivazioni della sentenza con la quale hanno condannato Herald Espenhahn a 16 anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di 7 operai.«La sentenza depositata oggi è la degna, eccezionale conclusione, di uno dei processi in assoluto pi— importanti mai celebrati nel nostro Paese e non solo». Lo ha detto Raffaele Guariniello, che il pm che insieme ai colleghi Francesca Traverso e Laura Longo ha sostenuto l’accusa nel processo Thyssenkrupp. Guariniello ha poi sottolineato la «preziosa partecipazione popolare all’amministrazione della giustizia» e spiegato che «è indispensabile fare le indagini con rapidita per non incorrere nella devastante prescrizione dei reati e, a questo scopo, è irrinunciabile un’organizzazione specializzata». Infine il magistrato evidenzia che «è determinante la scelta fatta dalle nostri leggi: quella di puntare, non solo sulla responsabilità penale degli amministratori, ma anche sulla responsabilità diretta delle stesse società». Leggi tutta la sentenza

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