Comunicato Stampa ex lavoratori ThyssenKrupp sull’incidente alla Lafumet di Villastellone

 Ancora una volta una giornata di lavoro è stata funestata da un gravissimo incidente.
E’ accaduto alla Lafumet di Villastellone, ditta di smaltimento rifiuti industriali dove 5 operai, tutti di origine maghrebina (a loro e alle loro famiglie va tutta la nostra vicinanza e solidarietà) sono rimasti gravemente ustionati in seguito ad una esplosione. E la memoria non può che tornare alla strage della ThyssenKrupp perché molte sono le analogie con quanto successo a Torino: produzioni altamente pericolose sottovalutate, scarsa sicurezza, ripetuti incendi che però non fanno insorgere nemmeno il minimo dubbio sull’ipotesi che possa verificarsi, in futuro, un evento disastroso (la TK dopo l’incendio del 2002 non fece altro che raddoppiare la franchigia assicurativa), la procedura da adottare in caso di emergenza lasciata alla totale discrezione degli operai e le richieste di maggiore sicurezza da parte di lavoratori e sindacati ignorate dal titolare. Che ammette di aver dotato dell’indispensabile lo stabilimento e afferma che se avesse dovuto attrezzarlo con tutto il necessario per la sicurezza tanto valeva chiudere. Meglio continuare la produzione mettendo a rischio la vita degli operai! Parole che fanno capire quanto prima della dignità e della sicurezza dei lavoratori venga sempre e prima di tutto il profitto. Continua a leggere
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Marzo: le strutture che uccidono

31 MARZO

MILANO – Un operaio egiziano di 41 anni è morto oggi pomeriggio precipitando da un palazzo a Milano. L’uomo, titolare di un’impresa edile, era intento a sistemare il filo della carrucola al quarto piano di uno stabile in viale Suzzani, quando ha perso l’equilibrio ed è caduto dal balcone. Trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda, è deceduto poco dopo il ricovero. Continua a leggere

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Città dell’altra economia per parlare di morti sul lavoro

Domenica 18 Marzo alle 17:00 presso la Città dell’Altra economia iniziativa Non chiamatele morti bianche a seguire proiezione di un estratto del documentario di Simone Amendola Quando combattono gli elefanti e seguirà un dibattito con il regista, Dante De Angelis e gli altri macchinisti, i lavoratori dei treni notturni licenziati e l’Assemblea 29 Giugno.

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The show must go off: ciao Matteo

La testimonianza e la rabbia dei compagni di Matteo a Radiondarossa

THE SHOW MUST GO OFF

Dopo il crollo del palco di Trieste, è avvenuta un’altra intollerabile tragedia a Reggio Calabria in cui un nostro amico e compagno di lavoro ha perso la vita e altri sono rimasti feriti.
La crescita esponenziale delle dimensioni dei palchi e della spettacolarità degli show si scontra con l’inadeguatezza delle location dove tali eventi vengono messi in piedi.
I palazzetti dello sport e gli stadi non sono a norma nemmeno per il motivo per cui sono stati costruiti, ma ogni volta vengono concessi in deroga da sindaci o prefetti di turno.
La responsabilità diretta del crollo del palco del tour della Pausini è di chi ha dato l’autorizzazione a costruire una struttura così pesante su un pavimento che ha ceduto quando ancora non erano stati appesi nemmeno il 10% dei materiali di audio, luci, video e scenografia.

E SE IL PALCO CROLLASSE DURANTE IL CONCERTO?

Solo il caso ha voluto che queste tragedie siano avvenute durante l’allestimento dei palchi e non mentre era in atto lo show con il pubblico presente.
E’ importante che tutti sappiano cosa avviene per dare vita a questi mega-eventi che arricchiscono gli artisti e le produzioni. Noi operai non facciamo parte della loro famiglia, come dicono nelle loro ipocrite ed infami dichiarazioni: le paghe non sono adeguate alle mansioni svolte, arrivano dopo mesi, i turni superano ampiamente le dodici ore, c’è una pianificazione scellerata degli eventi che risparmia sulla sicurezza dei lavoratori e del pubblico.

Non esistiamo come categoria di lavoratori perciò non abbiamo nessun diritto.
Vogliamo la dignità e il rispetto che ci spettano.

operaispettacololiveroma@gmail.com OPERAI DELLO SPETTACOLO ROMA

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Ciao Matteo, un altro morto per il divertimento del capitale

E’ rimasto schiacciato sotto i tubi del palco che stava costruendo per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria. Matteo Armelini, 32 anni, romano, era un compagno che lavorava per una delle società di supporto tecnico agli spettacoli di diversi artisti in giro per l’Italia. Stamane a Radiondarossa il saluto dei suoi compagni e la denuncia che non è stato il crollo del palco ma c’è stato il cedimento strutturale del palazzetto stesso quindi una superficialità di chi firma carte e poi non sa realmente quanto la struttura può portare di peso.

Sul sito di Reggio a Cenestro la denuncia delle condizioni pessime di quel palazzetto: “Lo sapevano tutti”. Infatti il 9 febbraio scorso apparve un buco nel pavimento.

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L’ART. 14 DEL DECRETO SEMPLIFICAZIONI E’ UNA VERGOGNA!

INVECE DI INTENSIFICARE I CONTROLLI SULLA SICUREZZA IL GOVERNO MONTI LI RIDUCE!

Il comma 4, sulla “concertazione” dei decreti attuativi eseguiti solo con il confronto delle associazioni imprenditoriali e non anche quelle dei lavoratori e dei consumatori ecc. E’ follia pura pensare alla “concertazione” estromettendo come consulenti i sindacati e gli stessi operai . E’ un’operazione anti-democratica e indegna di una repubblica fondata sul lavoro.

• La lettera d) del comma 4, che impone la “collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarità”. Questo passaggio è  ambiguo e pericoloso. Le stragi sul lavoro si fermano con la prevenzione e i giusti controlli. Le aziende devono rispettare le norme e investire nella  sicurezza, gli organi competenti controllare che ciò avvenga senza  trattamenti di “favore”!

• la lettera f) del comma 4 dell’articolo 14 citato che così recita: “soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione della qualità (UNI ISO-9001) o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate.” Se davvero verranno ridotti o soppressi i controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione della qualità o altra appropriata certificazione diminuiranno, invece di aumentare le aziende monitorate in materia di sicurezza e si darà ampia libertà di non rispettare le normative al riguardo. Ricordiamo che la certificazione UNI ISO-9001 viene rilasciata all’Azienda da società specializzate incaricate e pagate dall’Azienda stessa, quindi inevitabilmente più “tenere” di funzionari esterni – magari pubblici – e pagati dallo Stato.

Invece di dirigersi verso un potenziamento dei controlli nelle aziende per la sicurezza si va verso la direzione opposta. Si vuol  consentire a chi produce di farlo in maniera indisturbata come se il controllo del rispetto delle norme sulla  salvaguardia della salute e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici sia un intralcio allo sviluppo economico. Quanti operai devono ancora morire perché in Italia si capisca l’effettiva gravità del problema?

NIENTE SCONTI SULLA SICUREZZA!
Associazione nazionale per la sicurezza sul lavoro Ruggero Toffolutti

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Febbraio: calce viva

29 FEBBRAIO

ROMA – E’ morto l’operaio di 27 anni, scivolato in un pozzo di 30 metri all’interno del cantiere della metro C di Roma. L’incidente, le cui cause sono ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri e dell’ispettorato del lavoro, e’ avvenuto in via Casilina, all’altezza del civico 1072. Con lui c’erano il capo cantiere e un altro operaio. Continua a leggere

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SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 24/02/12‏

INDICE di MARCO SPEZIA

Samanta Di Persio-  FIGLI DELL’ AMIANTO

Slai Cobas- PERICOLO ALLA FIAT ALFA ROMEO DI ARESE: EVACUATI I 500 LAVORATORI DEL CENTRO TECNICO

Ancora in Marcia!- INCIDENTE SULL’ ALTA VELOCITA’: FRECCIAROSSA INVESTE CARRELLO LAVORI

Assemblea 29 Giugno- INFORMAZIONI SUGLI “INCONVENIENTI” IN FERROVIA

Si Cobas Cremona- SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE PRESSO LA BARTOLINI DI PARMA

Ancora in marcia!- STRAGE VIAREGGIO: DOMANI “ANCORA IN MARCIA” INCONTRA COMMISSIONE D’ INDAGINE MINISTERIALE

Grillo Peppone- FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA….REINTEGRO PER GLI OPERAI FIAT DI MELFI

Assemblea 29 Giugno- MORETTI E’ ORA DI ANDARE A CASA E AL . . . PROCESSO

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Sugli infortuni con l’utilizzo di laser

Tratto da Punto Sicuro

Nell’ottobre del 2008 il Dr. L.D. “lavorava con un laser Ne-Yag di Classe 4ª, della potenza di 50 mJ, impulsato (durata impulso 10 ns), con lunghezza d’onda di 1.064 nm” (nanometri, unità di misura corrispondente a un milionesimo di millimetro).
In particolare per la dinamica dell’esperimento “il raggio, con una percorso in campo libero, doveva entrare in una cuvetta di quarzo contenente un liquido con nanoparticelle, collegata con un oscilloscopio che leggeva il segnale”.
Durante l’esperimento il lavoratore ha utilizzato dei dispositivi di protezione individuale (occhiali) “adeguati alla lunghezza d’onda del laser”, tuttavia “poiché non riusciva a leggere il segnale dell’oscilloscopio, istintivamente ha abbassato gli occhiali e ha rivolto lo sguardo verso la cuvetta”.
A questo punto “a causa di un fenomeno di riflessione speculare, il raggio laser penetrava nell’occhio destro del lavoratore”.
Il posto di pronto soccorso dove il lavoratore è stato successivamente e prontamente accompagnato ha emesso una diagnosi di “OD – maculopatia emorragica fototraumatica… edema marcato del polo posteriore con distacco siero-emorragico centrale”. Il caso verrà poi trattato presso l’Ospedale oftalmico di Roma ove si riferiva: “… vede macchia oscura al centro di OD con riduzione del visus… FOD emovitreo, edema retinico al polo posteriore con probabile fotocoagulazione centrale”.
Nella comunicazione, che vi invitiamo a visionare, sono presenti diverse immagini (retinografia, OCT, fluoroangiografia, …) e ulteriori informazioni sugli accertamenti successivi all’incidente. Continua a leggere
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Eternit: ucciderà per molti anni ancora

http://youtu.be/SB7-YC68Iuo

Gli  stabilimenti  killer dell’Eternit (in  Piemonte, Emilia  Romagna, Campania, Liguria e Sicilia)  hanno  fatto oltre  1800  morti. E lesioni  gravissime a  migliaia di altre vittime, per  l’asbesto, il  cancro  e i  tumori. Una  vera strage. Sul  banco degli  imputati  oltre  ai tre azionisti svizzeri del  gruppo  Eternit,  Max,   Thomas  e  Stephan Schmidheiny, anche  il barone belga Louis De Cartier De Marchienne (in  st’occasione sprovvisto del  suo  inseparabile  maglioncino  blu).  Il  Tribunale  di  Torino li ha  condannati  per  disastro  doloso a 16  anni  di  reclusione  (lavori  forzati?)  e  95  milioni di  euro  di  risarcimento. Ma  l’amianto ucciderà  per  molti  anni  ancora.  E  farà  ancora  molte  vittime. Come   la  stupidità  umana  del  resto.

Qui gli altri video

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