E dopo?


MORTE OPERAIO ILVA TARANTO; TRE CONDANNE
(ANSA) – TARANTO, 22 DIC
– Tre condanne per omicidio colposo
per la morte dell’operaio dell’Ilva Silvio Murri, di 38 anni,
vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 21 maggio del
2004. Lo ha deciso il giudice monocratico del tribunale di
Taranto Francesco Cacucci.
Il giudice ha condannato il capo reparto, Luigi Buzzerio (a
un anno e quattro mesi), e due tecnici dell’Ilva, Giovanni
Ritelli (a un anno e due mesi) e Giuseppe D’Aniello (a un anno).
Per tutti la pena è stata sospesa. È stato inoltre disposto il
risarcimento del danno alle parti civili da liquidare in sede
civile e una provvisionale di 20.000 euro ciascuno per la moglie
e il figlio minorenne della vittima.
Murri stava smontando, insieme ad altri due colleghi, un
ponteggio quando precipitò da un’altezza di circa otto metri.
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Giovedi 27 all’Università La Sapienza

Ascolta il seminario.
Intervento della scrittrice e autrice del libro Laura Corradi (45′); intervento di Giovanni Ghirga (15′ 18”) sull’inquinamento delle nanoparticelle; intervento di Antonio Valessine sull’acqua (44 minuti).

Ascolta la trasmissione a Radiondarossa con Laura Corradi e Giovanni Ghirga

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Terza precettazione per i ferrovieri

E’ stato differito al 23 gennaio lo sciopero indetto per oggi
dall’Assemblea nazionale dei ferrovieri di Fs a sostegno del collega
Dante De Angelis – licenziato dall’azienda,
dopo le sue denunce sulla scarsa sicurezza di alcuni treni.
L’astensione dal lavoro durerà otto ore, dalle 9 alle 17. La nota
diffusa dai lavoratori precisa che il rinvio è stato deciso in seguito
alla "ingiusta precettazione del ministro dei Trasporti, Altero
Matteoli". La terza del Ministro che và proprio ad intaccare l sacrosanto diretto di sciopero.

Ascolta l’intervista a Dante De Angelis realizzata ieri (27 nov) da Radiondarossa.

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Novembre: l’ingranaggio che uccide

Novembre: l’ingranaggio che uccide

30 NOVEMBRE

ANDORA (SAVONA – Un vigile del fuoco, L.B.,
47 anni, residente a Rialto, nel finalese, è caduto dal tetto
del bocciodromo di Andora mentre stava mettendo in sicurezza le
grondaie dell’edificio intasate dalla grandine.
Il vigile è precipitato da un’altezza di otto metri cadendo
sul selciato. Immediati i soccorsi da parte dei militi della
Croce Bianca inviati dalla centrale operativa del 118 di Savona
Soccorso. Il Vigile del fuoco si è procurato una frattura agli
arti superiori, al bacino e altre lesioni meno gravi
ed è stato
trasferito all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. 

29 NOVEMBRE

CUNEOIncidente mortale sul lavoro oggi a
Montanera, nel cuneese. Mario Ottaviano, 50 anni, dipendente
della ditta Massano, è stato travolto da un rullo mentre stava
caricando con altri compagni di lavoro alcuni macchinari per
l’asfaltatura strade su un rimorchio.
La pala meccanica utilizzata per spingere un rullo
compressore sul mezzo di trasporto è scivolata all’indietro: il
rullo si è rovesciato ed ha travolto Ottaviano, schiacciandolo. La vittima viveva a Castelletto Stura (Cuneo), lascia la
moglie e una figlia di 24 anni.
L’azienda Massano è specializzata in lavori stradali,
fresature e asfaltature, produzione e vendita di materiali
bituminosi. Ha 76 dipendenti e un parco macchine di 150 mezzi.
Lavora in tutto il Nord ovest, in particolare per Province,
Comuni e Anas.

28 NOVEMBRE

BOVISIO MASCIAGO – Incidente sul lavoro
questa mattina poco dopo le otto nell’azienda Aft costruzioni
meccaniche
di via Brughetti a Bovisio Masciago. Un lembo del
grembiule di lavoro è rimasto incastrato in un tornio. E così
un operaio marocchino di 36 anni è stato trascinato contro il
macchinario sul quale stava lavorando, riportando ferite,
contusioni, escoriazioni e fratture all’avambraccio sinistro e
all’omero destro
. E
l’azienda artigiana subirà pesanti sanzioni poichè il
marocchino era clandestino e senza fissa dimora.

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Di rogo in rogo di morte in morte

Tutti i giorni immancabilmente la notizia si abbatta su di noi, senza più nessuna sorpresa, senza nessun sgomento; quando una parola – “morte” – si ripete troppe volte e troppo velocemente, perché il suo significato deve liquefarsi e si perde la “percezione” del suo grave significato?
Con la tragica certezza del progredire di questi eventi, un solo dubbio, quante saranno quest’anno, le vittime ? 1300? 1500? Forse di più ?!
Nessuno si incazza nessuno si indigna, al massimo si proclama un’ ora di sciopero, intanto chi è responsabile degli omicidi se la cava con una multa, se proprio gli va male, e può continuare a realizzare i suoi profitti.
L’ economia finanziaria "fasulla" ci ha portato ad una recessione reale; anche la contabilità dei morti “sul” lavoro è fasulla: si deve cominciare a parlare, infatti, di morte “per” lavoro.
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Ancora un chip per gli operai

TORINO, 20 NOV – Un microchip personale in dotazione
a ogni operaio consentirà, in caso di incidenti sul lavoro, di
avere subito informazioni personali e mediche. Il dispositivo,
che per ora sarà sperimentato in due fabbriche chimiche
torinesi, l’Azimut e la Corcos, è uno dei provvedimenti
previsti dal nuovo Protocollo d’intesa firmato dall’Unione
Industriale di Torino, dall’Inail e da Cgil, Cisl e Uil.
L’accordo, presentato oggi, prevede anche corsi di formazione
per i lavoratori e distribuzione di materiale informativo nelle
fabbriche. Il microchip, che è l’aspetto più innovativo
dell’intesa, consentirà ai medici di conoscere subito la storia
clinica del lavoratore e di capire come intervenire dopo
l’infortunio. A bordo delle ambulanze del 118 saranno presenti
apparati in grado di leggere le informazioni presenti nel
microchip personale. Gli oneri del progetto saranno sostenuti
dall’Inail. (ANSA). 

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Indagine. Il 21% degli operai teme di rimanere vittima di un incidente

Da La Repubblica.it

IL 6 DICEMBRE 2007, nell’inferno di una fabbrica che scoppia e si
infiamma, l’Italia si scopre, sgomenta, ad osservare un operaio morire
di lavoro, raggiunto, nei giorni successivi, da altri sei colleghi. E’
il giorno dell’incidente alla ThyssenKrupp di Torino, che lunedì ha
visto il rinvio a giudizio per omicidio della sua dirigenza. Nel giorno
stesso in cui, a Bologna, la storia si è ripetuta: un’altra esplosione,
altre fiamme, altre vittime.

La triste cronaca delle morti bianche, nei mesi scorsi, è tornata
periodicamente al centro dell’attenzione,generando un sentimento di
inquietudine nell’opinione pubblica, la sensazione che le cose stiano
peggiorando. Si tratta di un elemento che emerge in modo molto chiaro
dai dati della seconda indagine su "La sicurezza in Italia.
Significati, immagine e realtà" curata da Demos & Pi e Osservatorio
di Pavia per la Fondazione Unipolis, di cui anticipiamo il focus
relativo alla sicurezza sul lavoro.
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Ottobre: «una bomba dal potenziale altamente esplosivo accanto a complessi abitativi»

Ottobre si apre con un bilancio negativo per quanto riguarda incidenti ed infortuni sul lavoro. Il bilancio del primo giorno del mese è pesantissimo:4 morti e 10 feriti. Le statistiche ufficiali ci parlano di diminuzione del numeri degli infortuni mortali. A noi sembra che la media sia perfettamente rispettata: 4 morti al giorno.
I giorni che seguono invece sono ancora più drastici: 12 morti in 48 ore portano ad un innalzamente vertiginoso di incidenti. Che si sta facendo per questo? Nulla. Cosa fanno i giornali? mentono sulle cifre non riportando mai fedelmente le reali vittime che ogni giorni questo modello produttivo provoca. 

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Omicidio volontario per i vertici della ThyssenKrupp

Durante il Festival del Cinema del Lavoro che si è svolto a Terni è stato distribuito questo volantino.

"Il manager aveva una competenza specifica in materia antinfortunistica e, dopo il grave incendio di Krefeld del 22 giugno 2006 la multinazionale si attivò, pressata dalle compagnie di assicurazione, per dotare tutti i propri stabilimenti di impianti di spegnimento automatico del fuoco. Il 17 febbraio 2007 su svolse a Krickembeck un meeting sulla sicurezza che si concluse con notevoli stanziamenti per adeguarla ovunque. Agli stabilimenti italiani furono assegnati 1,6 milioni di euro. Espenhahn decise di non spendere un euro per Torino, di cui era stata annunciata la chiusura dal 2005, via via prorogata senza più attenzione alla sicurezza"
La Procura di Torino ha chiesto con queste motivazioni il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della Thyssenkrupp Italia Harald Espenhahn per omicidio volontario dei 7 operai bruciati vivi nel rogo di Torino del 6 dicembre 2007.
I vertici della Thyssenkrupp conoscevano bene il rischio, ma l’hanno accettato sulla pelle dei lavoratori, ed i risultati – la strage di Torino – sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso AD cui è stato sequestrato un memorandum scritto in tedesco contro gli operai che, scaricando le pesantissime responsabilità padronali della strage, tentava di spostare -con frasi impressionanti per il cinismo e la spietatezza- su una presunta negligenza operaia la causa della strage avvenuta in una città culla di storiche lotte operaie. Ci viene in mente l’opera da tre soldi di B. Brecht e la ballata di Meckie Messer il pescecane dai denti affilati e dal coltello nascosto che rappresenta la borghesia.
Quel coltello che ogni anno uccide nel nostro paese 1500 lavoratori. Ma la Thyssen e la Krupp hanno una tragica storia di sangue alle spalle che vogliamo ricordare:
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Un esposto contro la centrale Enel di Civitavecchia

Presentato un esposto alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Civitavecchia, per verificare se nell’avvio della centrale ENEL di Torre Valdaliga Nord "ricorrano ipotesi di reato o comunque violazioni di legge e, in caso affermativo, procedere all’emissione di provvedimenti anche di natura cautelare ed alla sospensione della fase di avvio della centrale di TVN, a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente, per ripristinare la legalità eventualmente violata".

Termina così l’esposto alla Procura di Civitavecchia, al Prefetto di Roma, ai Ministeri interessati (Ambiente e Sviluppo Economico) al Roan e al Noe, presentato dai rappresentanti dei cittadini di vari comuni inquinati raccolti nei Comitati dei Cittadini Liberi e nel Movimento No-Coke Alto Lazio. Tra i firmatari dell’esposto anche il delegato all’ambiente dell’Amministrazione Comunale di Ladispoli.Al centro dell’esposto il fatto che “la centrale di Tvn è stata autorizzata dal decreto unico (55/2003) che non contiene in alcuna parte misure relative alla fase di avvio” avvenuta lo scorso 26 giugno 2008.
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