Ciao Franca

Salutiamo Franca Salerno, morta questa mattina dopo una lunga malattia. L’appuntamento per salutarla è per domani, venerdi dalle 13 alle 16 al LOA Acrobax.
 
Franca Salerno, partecipa ai movimenti che disordinano questa città sul finire degli anni 60. Nei primi anni 70 frequenta il collettivo di “Campo dei fiori”; successivamente milita nei Nap (Nuclei Armati Proletari) sorti nel 1973 dal Collettivo J. Jackson, dal collettivo Pantere Rosse, dal collettivo I Dannati della terra e da numerosi collettivi che lottavano contro il carcere, i manicomi e tutte le restrizioni di libertà. Obiettivo dei Nap era rilanciare la liberazione del proletariato prigioniero e abolire le galere, sapendo che questi obiettivi saranno raggiunti pienamente solo spazzando via il capitalismo.
Arrestata, evade dal carcere di Pozzuoli insieme alla compagna Maria Pia Vianale, anche lei dei Nap, il 22 gennaio 1977. In seguito passerà un lungo periodo in carcere, Rebibbia, Napoli, Perugia, Pozzuoli. Dove subisce maltrattementi anche mentre era incinta. In carcere era nato anche suo figlio, Antonio, morto sul lavoro nel 2006.

Una forza incredibile e una lucidità estrema. Una voglia di vivere ancora e di lottare contro la malattia, soprattutto negli ultimi anni. Affiancata dalle compagne e dai compagni di Antonio e da chi le era rimasto a fianco.
Leggi una vecchia intervista a Franca
 
Ciao Franca sempre nel nostro cuore

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Gennaio: esplosioni

31 GENNAIO

LONGI (MESSINA) – Un fabbro, Salvatore Vicario, di 45 anni, e’ morto nel pomeriggio a Longi (Me), cadendo dal balcone, al secondo piano di un’abitazione privata, mentre stava riparando una ringhiera. L’uomo ha sbattuto la testa sull’asfalto ed e’ morto sul colpo. Sono in corso le indagini dei carabinieri per verificare se esistevano le giuste misure di sicurezza e ricostruire la dinamica dell’incidente. Continua a leggere

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Senato, al vaglio gli infortuni sul lavoro nel settore dei trasporti

Da quotidianosicurezza

Presentata in Senato la Seconda relazione intermedia della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette “morti bianche“. L’interessante documento consta di cinque parti. La prima è una parte istituzionale che presenta la commissione, la sua composizione e l’organizzazione dei lavori che la commissione svolge tramite audizioni, gruppi di lavoro, sopralluoghi, analisi di documenti e relazioni. La seconda parte analizza il sistema di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Le restanti tre sezioni fanno il resoconto dei lavori svolti dalla commissione dall’ottobre 2009: sopralluoghi, attività dei gruppi di lavoro, approfondimenti su temi particolari. Tra questi ultimi riportiamo quanto pubblicato dalla Commissione riguardo il grave fenomeno degli infortuni sul lavoro nel settore dei trasporti. Continua a leggere

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Palermo: l’amat assume familiari

Il Consiglio di amministrazione dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico urbano di Palermo, ha approvato la proposta di regolamento aziendale che permetterà, in caso di morte sul lavoro di un dipendente dell’azienda, l’assunzione in servizio di un solo familiare della vittima, siano essi figli maggiorenni o coniuge convivente. Il provvedimento, votato all’unanimità dal Cda, necessita adesso dell’approvazione da parte del Consiglio comunale. L’ipotesi prevede l’assunzione diretta a tempo indeterminato, con contratto autoferrotranvieri, su espressa richiesta del familiare.  Il Cda ha inoltre deciso di intitolare l’officina a Francesco Franzella, l’operaio specializzato morto lo scorso novembre dopo essere stato trafitto da una molla pneumatica mentre stava lavorando all’interno dell’officina meccanica del deposito di via Roccazzo dell’Amat.

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Ciao Antò

A cinque anni ormai dalla morte sul lavoro di Antonio Salerno Piccinino a cui è dedicato questo blog, noi lo continuamo a ricordare.

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Operai come samurai

Tratto da Internazionale di Sarah Zuhra Lukanic

C`è una statistica dove gli immigrati sono sempre ai primi posti: quella dei morti sul lavoro.  Tempo fa Gian Antonio Stella ha scritto: “Gli stranieri non sono troppi solo nelle classifiche di chi commette reati. Sono troppi anche nelle tabelle dei morti sul lavoro”. Personalmente credo che le morti sul lavoro non abbiano nazionalità. Ma in una società che usa e consuma statistiche, gli uomini diventano numeri. E le singole storie si squagliano dentro le cisterne e nei cantieri. Come quello della fabbrica che smaltisce rifiuti speciali a Paderno Dugnano, in Lombardia, dove all`inizio di novembre sette operai sono rimasti coinvolti in un`esplosione. Cinque di loro erano albanesi. Sette operai come sette samurai. Secondo i dati dell`Inail, gli incidenti mortali dei lavoratori stranieri sono aumentati del 15 per cento negli ultimi cinque anni. Per gli immigrati, il triangolo della morte è quello situato tra la Lombardia, l`Emilia Romagna e il Veneto. Per le altre regioni, soprattutto al sud, dove esiste un commercio di mano d`opera straniera basato sull`illegalità, bisognerebbe fare un`altra statistica. Quella del sommerso. Eppure, nell`ambito della sicurezza sul lavoro esistono alcune realtà cresciute dopo il disastro alla ThyssenKrupp. Una di queste è la rivista torinese Sicurezza e Lavoro. Massimiliano Quirico, direttore responsabile, dice che la consapevolezza sulla sicurezza cresce “dando voce a tutti e rivolgendoci a tutti”. Un discorso che fino a poco tempo fa era limitato agli addetti ai lavori, e ai familiari in cerca di giustizia.

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Dalla Cina voci operaie

Volentieri pubblichiamo un dossier che è apparso su ChinaFiles riguardo gli operai che in Cina lavorano per le società straniere.

Lo scoppio di conflitti operai nella prima metà di quest’anno ha coinvolto in particolar modo imprese di proprietà straniera, facendo emergere in tutto il mondo considerazioni sia riguardo al futuro della regione come base manufatturiera a basso costo, sia riguardo la leadership comunista, che sembra essere minacciata proprio dalla classe operaia. Questo rapporto si concentra soprattutto sulle conseguenze a breve termine di questi eventi sia nella concreta situazione sociale ed economica degli operai sia negli ambiti politici e legislativi del Paese. Continua a leggere la prima parte.
Leggi la seconda parte.

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Dicembre: morto per cause in via di accertamento

31 DICEMBRE

VICENZA – Un uomo, Pietro Dalle Molle di 63 anni residente a Fara (Vicenza), e’ morto schiacciato dall’albero che stava tagliando. Dalle Molle, in compagnia del figlio Gianfranco di 34 anni, era salito oggi in una zona boschiva dove aveva cominciato a tagliare alcuni alberi ad alto fusto. Uno dei tronchi, che forse in un primo momento si era impigliato nei rami di altri alberi, si e’ abbattuto al suolo improvvisamente, colpendo l’uomo alla
testa. Il figlio ha subito dato l’allarme ma quando sono giunti i sanitari del Suem 118 il padre era giá morto. Sono intervenuti i carabinieri di Chiuppano e, dopo il nulla osta del pubblico ministero, il corpo e’ stato portato nelle celle mortuarie dell’ospedale di Thiene. Continua a leggere

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E dopo 2010

VITERBO E LA BMW – 18 dicembre 2010
guarda il servizio del tg lazio

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Eccidio di Canneto: un ricordo

Il 10 Dicembre 1920 a Canneto Sabino, durante una manifestazione, undici braccianti venivano uccisi dal fuoco dei fucili dei militari della regia Arma dei Carabinieri e tredici persone gravemente ferite. I braccianti rivendicavano l’attuazione dei patti colonici che avrebbe garantito un alleggerimento della situazione di sfruttamento, all’interno della quale tali uomini e donne erano costretti. Per spezzare la fermezza con la quale le maestranze organizzate rivendicavano diritti che avrebbero dovuto, già da tempo, essere acquisiti, i proprietari terrieri utilizzavano la disperazione e l’inesperienza degli uomini e delle donne che scendevano dall’alta Sabina portando con sé soltanto miseria e disperazione. I braccianti sabini non permisero che la loro lotta contro lo sfruttamento diventasse una guerra tra poveri e si impegnarono a sensibilizzare i compagni venuti da lontano sull’importanza delle loro rivendicazioni. Nel momento in cui la lotta degli uni si unì a quella degli altri, scattò la violenza del potere. Continua a leggere

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