Questi i morti e gli infortuni del mese di maggio.
Il mese inizia a Taranto con un comunicato dei lavoratori in occasione del primo maggio.
«È giunto il momento di puntare i piedi e di rompere uno schema fatto di morte, miseria e complicità». Lo afferma in un comunicato il Comitato per Taranto, dopo l’ennesimo infortunio sul lavoro, con quattro feriti, allo stabilimento siderurgico Ilva nella giornata della festa del 1 maggio dedicata alla battaglia contro gli incidenti sul lavoro. «Dopo la tragica morte dell’operaio albanese all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino si continuano a registrare incidenti che testimoniano quanto scarsa sia l’attenzione dell’azienda nei confronti della sicurezza e della vita dei nostri ragazzi, ad onta di comunicati stampa e dichiarazioni in cui si tenta di far credere il contrario. Ci auguriamo che il sindaco – prosegue – sappia interpretare fino in fondo il suo ruolo di garante della sicurezza e della salute dei cittadini attribuitogli dalla legge, per proporre, subito e concretamente, le prescrizioni da far rientrare nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale in corso». «Il presidente della Provincia stia davvero dalla parte dei lavoratori e del rispetto delle regole. La città subisce l’ennesima offesa. È stanca di essere seconda al profitto – è scritto ancora nella nota la nota – di soggiacere all’incapacità e ai silenzi della propria classe dirigente in nome dei quali c’è gente che continua a morire ogni giorno. Assistiamo a un susseguirsi preoccupante di eventi rispetto ai quali i nostri rappresentanti tacciono imperdonabilmente: fuoriuscita di nubi tossiche dallo stabiliemento Eni, morti e incidenti in Ilva, emissioni nocive in aumento. Cosa ne pensa la massima carica cittadina? Come reagisce il presidente della Provincia, ex sindacalista? E la Regione che aveva dichiarato maggior attenzione alla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro? Chiediamo maggior rispetto per la nostra città e per noi cittadini», conclude il Comitato.