Morti ed infortuni di maggio

Questi i morti e gli infortuni del mese di maggio.

Il mese inizia a Taranto con un comunicato dei lavoratori in occasione del primo maggio.

«È giunto il momento di puntare i piedi e di rompere uno schema fatto di morte, miseria e complicità». Lo afferma in un comunicato il Comitato per Taranto, dopo l’ennesimo infortunio sul lavoro, con quattro feriti, allo stabilimento siderurgico Ilva nella giornata della festa del 1 maggio dedicata alla battaglia contro gli incidenti sul lavoro. «Dopo la tragica morte dell’operaio albanese all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino si continuano a registrare incidenti che testimoniano quanto scarsa sia l’attenzione dell’azienda nei confronti della sicurezza e della vita dei nostri ragazzi, ad onta di comunicati stampa e dichiarazioni in cui si tenta di far credere il contrario. Ci auguriamo che il sindaco – prosegue – sappia interpretare fino in fondo il suo ruolo di garante della sicurezza e della salute dei cittadini attribuitogli dalla legge, per proporre, subito e concretamente, le prescrizioni da far rientrare nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale in corso». «Il presidente della Provincia stia davvero dalla parte dei lavoratori e del rispetto delle regole. La città subisce l’ennesima offesa. È stanca di essere seconda al profitto – è scritto ancora nella nota la nota – di soggiacere all’incapacità e ai silenzi della propria classe dirigente in nome dei quali c’è gente che continua a morire ogni giorno. Assistiamo a un susseguirsi preoccupante di eventi rispetto ai quali i nostri rappresentanti tacciono imperdonabilmente: fuoriuscita di nubi tossiche dallo stabiliemento Eni, morti e incidenti in Ilva, emissioni nocive in aumento. Cosa ne pensa la massima carica cittadina? Come reagisce il presidente della Provincia, ex sindacalista? E la Regione che aveva dichiarato maggior attenzione alla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro? Chiediamo maggior rispetto per la nostra città e per noi cittadini», conclude il Comitato.

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Civitavecchia: video denuncia

Continuano ad essere resi pubblici i video di denuncia dalla Centrale dell’Enel di Valdaliga Nord a Civitavecchia, dove la sicurezza non viene minimamente rispettata.

Dopo la morte di Michele Cozzolino per la caduta di un tubo innocenti sopra la sua testa, l’Enel non ha posto nessun rimedio. Tanti ancora i casi di caduta di oggetti sulla testa degli operai. 

http://www.youtube.com/watch?v=IOhD0VK0Vuc

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Una visita all’ Ispettorato provinciale del lavoro

 

Ieri Lunedì 28 aprile si è celebrata la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, promossa dall’ Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che quest’ anno ha messo come tema centrale la gestione del rischio nell’ambiente di lavoro. La valutazione del rischio, infatti, è alla base delle strategie di intervento per quanto riguarda la sicurezza e la salute sul lavoro.
Questa
mattina il Comitato contro le morti sul lavoro e alcune realtà di
Casalbertone (centri sociali e case occupate) è andato a trovare la direzione provinciale degli
Ispettori sul lavoro proprio per cercare di capire cosa succede in tema di sicurezza e controllo nelle aziende italiane dove si ha la media di morti sul lavoro più alta d’Europa.

Il testo unico 123 prevedere l’assunzione di 309 ispettori a livello nazionale ma sappiamo benissimo che il rapporto tra denunce e ispezioni soprattutto a Roma è un rapporto assurdo: si parla di 4000 ispezione a fronte di 14000 denunce. Inoltre molti ispettori mentre uscivano dall’ispettorato si lamentavano che di queste nuove assunzioni molti dipendenti si sono fatti spostare al Ministero, per cui rimangono pochi coloro che fanno realmente i controlli. Soprattutto ci perplime il rapporto che hanno gli ispettori con le ASL, cosa compete ad ognuno è chiaro ma perchè poi alcuni ispettori o dipendenti ASL vanno a lavorare anche per le aziende che controllano ci è molto meno chiaro.

Con il decreto attuatico il passato Governo ha inoltre tolto il registro degli infortuni, obbligatorio per tutte le aziende. Come Comitato ci sembrava più trasparente e soprattutto più incisivo che non solo il registro infortuni fosse obbligatorio, ma che fosse fondamentale per la gare d’appalto. 

Ascolta la corrispondenza a Radiondarossa di questa mattina. 

Ascolta una corrispondenza con un compagno che si occupa di sicurezza e di ispettori (12 minuti)

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Il totem al Colosseo

 

 

Non è questo il mondo che vogliamo, non è questo quello che sogniamo! 

Inseguendo questo sogno, il 25 aprile del 2008, ricorrenza della Liberazione dal fascismo e dall’oppressione, ci riproponiamo di continuare la Resistenza. L’Italia è una repubblica nata dalla Resistenza, fondata sul lavoro, così recitano le prime parole della costituzione. Oggi, ci troviamo in una repubblica creata sul profitto e fondata sulla
precarietà, i bassi salari, niente sicurezza sui luoghi di lavoro.

In occasione del 25 aprile il comitato contro le morti sul lavoro ha lasciato un totem davanti al Colosseo per ricordare che dobbiamo liberarci dal lavoro che uccide.
Ritorneremo li tutte le settimane per denunciare che dietro a queste morti ci sono delle responsabilità ben precise. Aziende e società che preferiscono le regole del profitto alla sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.

Ascolta la corrispondenza di Radiondarossa

Guarda le foto 

Inoltre vogliamo continuare a seguire quel filo rosso che lega tutte quelle lottesociali, quelle esperienze dal basso, che negli anni hanno seguito l’esempio dei partigiani, visto che sentiamo urgente il dovere di reagire alle oppressioni e di lottare per ciò che viene negato.
Il 29 aprile, il giorno dopo la giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro indetta dall’ILO (International Labour Organization – Agenzia dellONU) il COMITATO NOMORTILAVORO organizzerà azioni ed eventi pubblici nella città di Roma, per ribadire con forza che di lavoro non si muoia mai più.

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Taranto: sciopero non riuscito all’ILVA

Al
contrario di quello che hanno riferito le agenzie stampa non è stato molto
partecipato lo sciopero indetto oggi dai sindacati dopo l’ennesima morte di
un operaio di origine albanese.
Gjoni Arjan,
47 anni, operaio della ditta Pedretti, impresa che lavora in
appalto per l’Ilva di Taranto, è caduto il 22 aprile scorso mentre insieme con il
caposquadra stava lavorando all’assemblaggio di strutture
metalliche su una passerella a 15 metri da terra.
Il dipendente lavorava da 12 ore.

Ascolta la corrispondenza realizzata da Radiondarossa

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25 aprile liberiamoci dalla violenza del lavoro

Il corteo per il 25 aprile che partirà alle ore 12, sarà preceduto alle ore 10,30 dall’avvio del restauro al monumento antifascista-antirazzista che campeggia nel giardinetto centrale di P.za Porta S.Paolo (realizzato con i contributi di varie realtà del  movimento).
Il corteo, partirà poi da p.ta S.Paolo e proseguirà per via Marmorata, lungotevere, via Petroselli, all’altezza del Colosseo verrà messo un totem come tributo ai "morti del lavoro" (sarà presente una delegazione Anpi). Il corteo proseguirà poi per via Labicana, via Merulana, Via Statuto, P.za Vittorio.
Nel pomeriggio sono previste iniziative al Pigneto, al Quarticciolo, al Parco degli Acquedotti.

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Ispettori del lavoro

A cosa servono gli ispettori del lavoro? Quali sono le loro effettive cappacità di controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro? 

Ascolta una intervista di 10 minuti sull’argomento realizzata da Radiondarossa. 

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Telecom Italia: morire d’appalto e di produzione


Anche se si sono spente le luci della ribalta sulla tragedia della Thyssenkrupp, di lavoro si continua a morire incessantemente. In due giorni in Telecom due operai hanno perso la vita: Eolo Casu elettricista di una ditta appaltatrice, la Imbi Impianti tecnologi di Cagliari, e il tecnico delle rete Antonio Carlino, dipendente Telecom Italia, in provincia di Lecce.

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Portuali di Genova: processo per Batini

GENOVA, 15 APR – Il console dei camalli genovesi
della Culmv, Paride Batini, è stato iscritto nel registro degli
indagati dal Pm Pier Carlo Di Gennaro, insieme ad altri tre
responsabili della sicurezza, per la morte di Fabrizio
Cannonero
, 40 anni. Il lavoratore della Compagnia Unica morì il
29 febbraio scorso dopo una caduta di dieci metri dalla
portacontainer ‘Mol Reinassancè al Terminal Sech di Calata
Sanità nel porto di Genova.
È la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che Batini
viene iscritto nel registro degli indagati. La prima iscrizione
riguarda l’inchiesta condotta dal pm Walter Cotugno sull’
occupazione abusiva delle aree demaniali.
Oltre a Batini sarebbero indagati per la morte del portuale i
responsabili della sicurezza per la Culmv e del terminal Sech,
oltre al caposquadra della Compagnia Unica, Davide S., che la
notte dell’incidente guidava il gruppo di dieci scaricatori
impegnati sulla nave.
Il lavoratore era precipitato nel vuoto, probabilmente dopo
essere stato urtato da una «rizza», la barra che dovrebbe
contenere il container. (ANSA). 

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Portuali di Genova

Un aggiornamento realizzato da Radiondarossa sulla situazione dei portuali genovesi. 

Ascolta 15 minuti

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