Morire di lavoro, ingiustizia e indifferenza

Pubblichiamo da qui

I protagonisti di questa vicenda marchigiana sono tre. Una famiglia,
la giustizia e un sindaco. Andiamo per ordine.

Andrea Gagliardoni è un ragazzo di 23 anni. Lavora presso la Asoplast
di Ortezzano. Ogni giorno per recarsi in azienda fa 80 km per andare e
80 per tornare. Il 20 giugno del 2006 si alza alle 3.45, il suo turno
comincia alle 5. Una macchina tampografica inizia a dare problemi, come
aveva fatto altre volte in passato. Andrea mette la macchina in
stand-by, ma la pressa riparte ed i tamponi siliconici gli spezzano
l’osso del collo. I carabiniericomunicano alla madre Graziella Marota
dell’incidente alle 12.20 mentre era a lavoro.

La giustizia entra in scena. Per la morte di questo ragazzo sono
stati indagati per omicidio colposo l’amministratore delegato della
ditta, per aver disattivato l’unico sistema di sicurezza per velocizzare
la produzione, e il progettista della macchina per aver costruito e
apposto un marchio CE ad una macchina non conforme ai requisiti
essenziali di sicurezza previsti dall’allegato 1 del D.P.R. 459/96 delle
norme UNI. Questi due signori vengono condannati ad 8 mesi con la
sospensione della pena.

La madre di Andrea alla notizia rimase sconvolta. La natura vuole che
siano i figli a sopravvivere ai genitori, quando accade il contrario il
dolore è indefinibile e incolmabile. Una donna distrutta e logorata da
un dramma che non le ha nemmeno dato giustizia. quando muore Andrea,
Graziella è sotto choc. Non sa cosa deve fare, ma andrea deve avere una
sepoltura. Allora si fa prestare un loculo da un’amica, che è per
l’intera famiglia una seconda mamma. Dopo 4 anni, la signora che ha
avuto problemi di salute vorrebbe il suo loculo. Graziella va dal
sindaco, ma questi gli dice che non è possibile traslare Andrea finchè
la signora non muore. Inizia una via crucis al comune, senza nessuna
risposta. Il sindaco resterà irreomiovibile persino di fronte agli
avvocati della trasmissione di Mi manda rai 3 che gli dicono che non
esistono regolamenti che avvalorano la sua tesi.


Il 19 giugno ore 14.30 a Porto sant’Elpidio si terrà un presidio
affinchè il sindaco prenda una decisione che vuole tutta l’Italia.

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