Salgono a 29 le vittime di Viareggio. Emanuela Menichetti, la sera della tragedia era
andata a trovare la sua amica e socia Sara Orsi nella sua casa di via
Ponchielli, la più devastata dall’esplosione del treno carico di gpl.
Le due gestivano insieme un’agenzia immobiliare a Viareggio. Sara Orsi
è morta il 9 luglio al Centro grandi ustionati dell’ospedale Villa
Scassi di Genova.
Sono sette le persone rimaste ferite nel disastro ferroviario di
Viareggio
I ferrovieri dell’assemblea Nazionale per la Sicurezza del Trasporto Ferroviario denunciano la dirigenza FS per il perdurante abbandono della sicurezza e delle manutenzioni dell’intero sistema ferroviario: l’attuale strage non è una casualità ma il frutto delle sciagurate scelte esclusive sull’Alta Velocità, qualche giono fa sull’Appenino-tratto toscano era accaduta la stessa cosa con il deragliamento di cisterne cariche di acidi. «Nei giorni precedenti all’incidente
di Viareggio si sono verificati almeno quattro deragliamenti di
treni merci. Tutti tra il 19 maggio e 22 giugno 2009. Le
conseguenze furono molto contenute ma il segnale d’allarme era
chiarissimo, per chi lo avesse voluto ascoltare. L’opinione
pubblica oggi dovrebbe interrogarsi sull’ignorato allarme». Lo
ha detto Dante De Angelis, il ferroviere licenziato ad agosto
2008 dalle Ferrovie dello Stato per procurato allarme,
intervenuto all’assemblea generale dei macchinisti della
rivista ‘ancora in Marcia’.
Il primo incidente – ha ricordato De Angelis – è « avvenuto
»a Sesto Calende (Milano), il secondo a Borgo San Dalmazzo
(Cuneo), il terzo a Pisa San Rossore, a pochi chilometri da
Viareggio, il quarto a Vaiano, vicino Prato«.
Sono circa un
migliaio le persone evacuate nella notte dalle loro abitazioni, a
seguito dell’esplosione di un treno merci carico di Gpl, avvenuta alla
stazione ferroviaria di Viareggio (Lucca), in cui 22 persone sono
morte e 36 rimaste ferite. Dei mille sfollati, circa 200 sono stati
accolti in un centro di prima assistenza allestito nella sede del
Municipio.
Un centinaio di persone hanno dormito nelle tende da campo
montate nella piazza davanti al Comune, mentre altre persone hanno
dormito all’interno del Municipio. Il Comune di Viareggio, ha spiegato
il sindaco Luca Lunardini, si sta organizzando con gli albergatori per
trovare una soluzione alle centinaia di sfollati, per farli ospitare
negli hotel della Versilia. Due le palazzine crollate nell’esplosione,
mentre altri quattro-cinque edifici sono pericolanti e seriamente
danneggiati, anche se non sono crollati, ma sono stati fatti evacuare
per evidenti motivi precauzionali. La deflagrazione ha danneggiato
anche la sede della Croce verde, che è stata evacuata: lo scoppio ha
messo fuori uso tutto il parco mezzi, solo un’ambulanza risulta
funzionante. «La rottura di un asse di un
carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai
tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio
connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre
fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi
sempre in Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato». È quanto affermano
in una nota i delegati Rsu-Rls dell’Assemblea Nazionale dei
Ferrovieri, organismo trasversale composto da lavoratori e iscritti a
tutte le sigle sindacali, intervenendo così sull’incidente di questa
notte a Viareggio.
«Il fatto che i carri possano essere di proprietà delle singole
aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo Fs
-prosegue la nota- non può essere utilizzato come giustificazione,
anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità
di controllo e di verifica adottate per l’ammissione a circolare sulla
rete». «Esprimiamo -continuano i ferrovieri- il nostro profondo dolore
per le tante vittime innocenti di questa tragedia e il ringraziamento
ai soccorritori».
«Facciamo appello -dicono ancora i ferrovieri nella nota- a
tutte le autorità istituzionali affinchè non ignorino le
segnalazioni di pericolo che come ferrovieri portiamo a conoscenza
dell’opinione pubblica poichè il trasporto ferroviario è un servizio
complesso in cui anche il più piccolo incidente, o guasto, può
determinare immani tragedie e come tale va analizzato e preso, sempre,
nella massima considerazione». «Rinnoviamo la più ferma critica al
gruppo dirigente delle Ferrovie che -conclucde la nota- ha dirottato
risorse e tecnologia sul servizio ‘luccicantè dell’alta velocità
lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci
e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza».
La notte tra il 29 e il 30 Giugno, intorno a mezzanotte, il treno merci 50325 partito da San Martino Trecate (Novara) e diretto a Gricignano d’Aversa (Caserta), che trasporta 14 vagoni cisterne cariche di gpl per la ditta Aversana Petroli, di proprietà di Luigi Cosentino ( padre del sottosegretario all’economia del governo Berlusconi Nicola Cosentino, accusato da quattro pentiti diversi di legami col potente clan camorristico dei Casalesi), arriva nei pressi della stazione di Viareggio. La rottura dell’asse del primo vagone cisterna provoca il deragliamento del treno 700 metri dopo la stazione: dalla cisterna rota nell’impatto col suolo fuoriesce il gas che, dopo pochi minuti, esplode. Il bilancio, mentre scriviamo, è il seguente: 29 morti, 10 feriti gravi, 2 palazzine crollate, 83 persone senza casa.
Ciò che è avvenuto a Viareggio non è, come suggerito dalla canea mediatica, né una “sciagura” né una “tragica fatalità”. È una strage che, come tutte le stragi, ha dei responsabili ben precisi.
17/04/07: A Reggio Emilia deragliano due vagoni di un treno merci.
14/11/07: A Taranto deragliano tre carri di un treno merci. Le cisterne contenevano propilene.
26/03/08: A Castello una ruota di una carrozza di un intercity esce dai binari a causa del cedimento dell’asse.
21/06/08: In provincia di Bolzano un convoglio che trasporta rifiuti in Germania, si spezza.
26/06/08: A Pisa deraglia il treno 23437.
13/07/08: A Genova deraglia un treno per metà merci per metà passeggeri.
19/05/09: Sulla linea Milano-Domodossola deraglia un treno merci.
25/05/09: In provincia di Cuneo deraglia un treno merci che trasporta clinker.
06/06/09: A Pisa deraglia un treno merci. Sfiorato l’impatto con un treno passeggeri.
22/06/09: Vicino Prato deragliano due vagoni di un treno merci contenenti acido fluoridrico: urta con un treno passeggeri ma non si rompe. Sfiorata la tragedia.
29/06/09: Strage di Viareggio.
Solo questa catena ininterrotta di incidenti ferroviari sarebbe sufficiente per capire che qualcosa non funziona. Ma ci sono altri dati di fatto da prendere in considerazione, e altre riflessioni che la strage del 29 Giugno ci obbliga a fare:
1- Nel 1985, anno in cui comincia la grande ristrutturazione delle FS che porterà alla successiva privatizzazione degli anni ’90; i lavoratori ferrovieri sono 220000. Ad oggi sono poco più di 80000. Non esiste alcun dubbio che minore personale, come da anni denunciano i ferrovieri, significhi minore manutenzione e minore sicurezza.
2- Con la privatizzazione delle FS e la liberalizzazione del traffico ferroviario inevitabilmente cambiano anche i “paradigmi” su cui si basa la gestione delle ferrovie: se prima l’obiettivo era quello di elargire un servizio fondamentale per la vita economica e sociale del Paese, con la privatizzazione il problema diventa il pareggio del bilancio e il profitto degli azionisti ( per il 49% dello Stato). La liberalizzazione ha significato invece concorrenza feroce tra le ditte private per accaparrarsi il trasporto delle merci. Per riuscirvi devono essere in grado di offrire il servizio al minor costo possibile. Ovviamente i costi che vengono tagliati nel trasporto merci ( così come in tutti gli altri settori produttivi) sono: la manodopera, la manutenzione, la sicurezza.
3- Nel 2006 parte un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che porta alla luce un “mercato nero” dei vagoni merci. In sintesi il meccanismo era il seguente: i vagoni o singoli componenti di questi ormai non più utilizzabili, a livello ufficiale venivano rottamati, mentre in realtà venivano rivenduti ad aziende private che li certificavano come sicuri e li riammettevano nel circuito ferroviario. In questo modo sarebbero spariti 2000 vagoni merci. Non è dato sapere se anche l’asse che si è spezzato il 29 Giugno provenisse dal mercato nero, in ogni caso l’indagine della GdF getta un’ombra inquietante sul trasporto merci nell’era della liberalizzazione selvaggia
4- Secondo testimoni oculari, nel primo sopralluogo alla stazione di Viareggio l’a.d. delle FS Moretti avrebbe detto ai tecnici che l’accompagnavano: “Adesso ci toccherà controllare anche i treni dall’estero”. Ogni commento è superfluo.
5- 3 anni fa l’Olanda aveva proposto all’Unione Europea alcune misure per rendere più sicuro il trasporto di materiale infiammabile sulle rotaie, in particolare che i vagoni cisterna fossero dotati di un isolamento termico per rallentare l’eventuale esplosione. Sebbene non siano stati resi espliciti, non è difficile immaginare i motivi per cui quelle misure siano state respinte: avrebbero rappresentato maggiori costi e di conseguenza minori profitti per le ditte private.
6-Davanti al litorale di Pisa e Livorno è in costruzione un rigassificatore off-shore che ha una capacità pari a circa 10000 cisterne, come quella esplosa a Viareggio. Ci chiediamo: cosa potrebbe succedere in caso di incidente?
Di fronte a questa realtà è impossibile imputare al destino, al caso o al fato quanto è avvenuto il 29 Giugno. La strage di Viareggio chiama in causa sia dei responsabili in carne ed ossa, che un sistema di produzione, quello capitalistico, che semina morte ad ogni angolo del globo sempre per il profitto di pochi. Qualche anno fa si diceva che “un altro mondo è possibile”. Ogni giorno che passa siamo sempre più convinti che un altro mondo è necessario.
Per concludere il centro sociale SARS intende esprimere tutto il suo cordoglio per le vittime del disastro ferroviario e la più sentita solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime, ai feriti, e a tutti coloro che hanno perso la casa quella tragica notte. Nel limite delle nostre forze, sia attraverso l’ “Assemblea 29 giugno” sia in modo autonomo, cercheremo nei prossimi mesi di sviluppare percorsi di solidarietà, riflessione e mobilitazione sulla tragedia che ha colpito al cuore la nostra città. I compagni e le compagne del SARS conoscono un solo modo per ricordare la strage di Viareggio: LOTTANDO CON IL DOLORE E CON LA RABBIA NEL CUORE
Spazio Antagonista di Resistenza Sociale
Nella notte di Lunedì 29 giugno è successo a Viareggio un disastro ferroviario che non ha precedenti: l’asse di un carrello ha ceduto, ed è stato l’inferno. Questo treno non trasportava materiale qualsiasi, ma Gpl. Ci sono stati 22 morti, ma il bilancio è ancora provvisorio, perchè ci sono ancora 16 feriti ricoverati, di cui 3 molto gravi.
L’amministratore delegato di Fs bazzoni_m@tin.it
Marco Bazzoni, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Operaio metalmeccanico-Firenze