E dopo 2009

PM, A GIUDIZIO 28 DIRIGENTI ITALSIDER E ILVA
(ANSA) – TARANTO, 9 NOV

Rinvio a giudizio per 28 imputati,
non luogo a procedere per morte di altri tre imputati e
proscioglimento per l’attuale direttore dell’Ilva, Luigi
Capogrosso: queste le richieste della pubblica accusa
all’udienza preliminare a 28 persone – tra ex dirigenti dell’ex
Italsider e dell’Ilva – accusate di cooperazione nell’omicidio
colposo plurimo di 30 dipendenti e di omissione colposa di
cautele o difese contro gli infortuni sul lavoro. All’udienza è
stata citata come responsabile civile la Fintecna.
Gli operai morti – secondo l’accusa – hanno contratto gravi
malattie lavorando a contatto con quella che il magistrato
inquirente, Italo Pesiri, ha definito «una particolare miscela
di elementi dannosi per la salute». Gli episodi presi in esame
riguardano un arco di tempo di 35 anni. Gli imputati, sempre a
parere del pm, avrebbero omesso di informare i dipendenti dello
stabilimento (prima Italsider, poi Ilva) dei rischi a cui
andavano in contro lavorando a contatto con sostanze chimiche e
polveri. L’udienza preliminare proseguirà il 21 dicembre
prossimo.

MAXIRISARCIMENTO PER DOLO EVENTUALE
OPERAIO MORÌ TRAVOLTO IN AZIENDA DA MULETTO
(ANSA) – RAVENNA, 23 OTT –
Un ‘dolo eventuale’ per l’
infortunio che nello stabilimento della società ‘Tre C‘ di
Mezzano, alle porte di Ravenna, il 23 settembre 2006 costò la
vita a Nazim Ibra, operaio albanese di 46 anni. È quanto
prospettato dal giudice del Lavoro Roberto Riverso del Tribunale
di Ravenna, che in una recente sentenza ha stabilito a favore
dei familiari della vittima – moglie, i due figli, genitori e
fratelli – un risarcimento totale pari a un milione e 300 mila
euro.
Il quarantaseienne fu travolto da un muletto in retromarcia
privo dell’apposito dispositivo acustico e morì dopo un paio di
settimane di agonia all’ospedale Bufalini di Cesena. Il processo
penale di fronte al Gup del Tribunale di Ravenna si era concluso
nell’aprile 2008 in primo grado con due condanne per omicidio
colposo a sei e a otto mesi di carcere. Secondo il giudice
civile invece l’uso del mezzo con quelle modalità, come
anticipato da alcuni quotidiani locali, costituiva non tanto un
episodio isolato ma una consuetudine definita di «gravità
inaudita». Da qui l’attribuzione all’azienda del dolo
eventuale.

OPERAIO MORÌ NEL RAVENNATE, DUE ACCUSATI
(ANSA) – RAVENNA, 23 OTT
– Lavorava a terra quando
improvvisamente un macchinario in retromarcia guidato da un
collega lo aveva travolto e ucciso. Per la morte di Fejzi
Remani, – operaio albanese di 49 anni, avvenuta l’11 settembre
2008 a Massa Lombarda (Ravenna), all’interno di un’azienda
specializzata nel recupero materiali, il Pm Stefano Stargiotti
ha notificato l’avviso di conclusione indagine ai presidenti dei
cda delle due ditte, entrambi ravennati, che secondo l’accusa
sarebbero responsabili dell’omicidio colposo dell’operaio.
I due in particolare non avrebbero predisposto un adeguato
sistema di controllo e non avrebbero assegnato ruoli definiti
all’interno dell’area di lavoro. Sotto accusa anche i requisiti
di sicurezza legati al mezzo che travolse l’albanese.  Continua a leggere

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Donne e lavoro: quale sicurezza?

da Deltanews.

Di fronte alla crisi e alle modificazioni introdotte nel mondo del
lavoro è necessario dotarsi di nuove categorie interpretative, di nuove
rivendicazioni e forme di lotta.
In uno scenario caratterizzato dal peggioramento delle condizioni di
vita per tutti, ancora una volta il prezzo più alto
lo pagano le
donne

in termini di sovraccarico di lavoro, mancanza assoluta di tutele,
restringimento delle libertà di scelta. Le politiche messe in campo per
far fronte alla crisi ripropongono un sistema di garanzie che sono
rimaste centrate sul vecchio modello di lavoro a tempo determinato, che
riguardano ormai una minoranza delle lavoratrici e dei lavoratori invece
" pensare la contemporaneità significa progettare un radicale
cambiamento delle politiche sociali, costruire e attuare un nuovo
welfare a partire da un reddito di esistenza per tutte e tutti”.

Questa l’impostazione data all’iniziativa

“Donne e lavoro: quale
sicurezza?”
organizzata dal collettivo femminista Sommosse che
si è tenuta venerdì 6 novembre a Perugia presso il Commonslab.
Cristina Morini,
giornalista e scrittrice, e
Andrea Fumagalli
economista e vicepresidente del BIN Italia Network,
si sono prestati ad un dibattito molto partecipato che si è protratto
per ore. Continua a leggere

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Wikilabour, il portale del lavoro

da Repubblica
C’erano una volta i tesserini e le assemblee, i ciclostile sporchi
d’inchiostro e le tute blu riunite a fine turno per leggere Gazzette
ufficiali e documenti da firmare. Oggi invece il sindacato parla la
lingua del web e organizza soprattutto on line le sue adunate: i
lavoratori, specie i più giovani e atipici, hanno un gran bisogno di
capire direttamente dal pc di casa come muoversi nell’impervia giungla
del lavoro contemporaneo. E anche agli addetti ai lavori non dispiace
avere un centro di aggiornamento permanente. Per questo è nato Wikilabour,
il portale che Cgil Milano e Cgil Lombardia mettono a disposizione di
tutti coloro che vogliano restare aggiornati sui cambiamenti del
sistema giuslavoristico italiano. Come dire, tutto ciò che non avete
mai osato chiedere sul lavoro: diritti e doveri, tipologie
contrattuali, retribuzioni e contribuzioni, questioni fiscali, pareri
tecnici e consulenze legali. Presentato ufficialmente ieri a Milano, ha
già cominciato a ricevere le visite di migliaia di utenti. Continua a leggere

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Ottobre: precipitare a retromarcia

30 OTTOBRE

GENOVA – Un operaio è morto precipitando da un edificio in cui sono in corso dei
lavori. L’incidente mortale è avvenuto nel quartiere di San
Fruttuoso.
Sul posto, chiamati da alcuni testimoni, si sono recati i
carabinieri che hanno avviato i primi accertamenti. Inutili i
soccorsi per l’uomo, che a quanto sembra è morto sul colpo dopo
essere caduto dal settimo piano dell’edificio. 

AVELLINO – Tragedia sfiorata nella zona industriale di Lapio (Avellino) dove il
titolare di un’azienda, di 35 anni, è rimasto gravemente ferito. La
vittima è rimasta incastrata con il braccio sinistro in una delle
macchine della sua azienda specializzata negli assemblaggi di album
fotografici. Per molti minuti l’imprenditore è rimasto imprigionato
fino a quando sono intervenuti i suoi dipendenti che lo hanno liberato
dalla morsa e portato all’ospedale civile di Avellino. L’imprenditore
è stato successivamente trasferito all’ospedale Vecchio Pellegrini di
Napoli.
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Giustizia per Dante de Angelis

Lunedì
mattina il Tribunale civile di Roma
si è pronunciato sull’impugnazione
del (secondo) licenziamento di Dante De Angelis. Dante
è il simbolo delle battaglie per la sicurezza sul lavoro, pagate per di
più sulla propria pelle. Prima si è riufiutato di condurre un Eurostar
da solo, poi ha denunciato gli spezzamenti degli Eurostar, che sono
continuati anche dopo il suo licenziamento a riprova della verità delle
sue parole. Da più di un anno ha perso il lavoro (l’hanno licenziato a
Ferragosto, quando tutti, anche i media, sono in vacanza) ma non ha
smesso di far sentire la sua voce, rinunciando pubblicamente anche ad
una candidatura alle Europee, sempre in nome della coerenza. Dante de Angelis ha vinto la causa contro il licenziamento FS: sconfitta l’arroganza e l’illegalità manifesta esercitata dall’AD Moretti & soci, che per queste ed altre malefatte – messe in atto contro lavoratori, cittadini, territorio e servizio – DEVONO DIMETTERSI!
Ascolta la corrispondenza di Radiondarossa Continua a leggere

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23 ottobre sciopero


Confederazione Cobas, Cub e SdL hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori pubblici e privati per il 23 ottobre.
Le organizzazioni di base ritengono indispensabile una forte risposta alla valanga di licenziamenti in corso, ai massicci tagli alla scuola pubblica con l’espulsione in massa dei precari, alla chiusura di aziende, alla ipotesi di gabbie salariali e all’attacco al contratto nazionale che, nella ritrovata unità dei sindacati concertativi, lascia solo il sindacalismo di base a difenderne il carattere unitario e solidaristico; al tentativo in corso di rendere i lavoratori subordinati ai destini delle aziende, alla xenofobia e al razzismo che il governo sta spargendo a piene mani. Intanto la Dirigenza del Personale della Thyssen-Krupp di Terni sta mettendo in atto una sistematica ed aperta azione di boicottaggio dello sciopero, convocando e ritorcendo i lavoratori iscritti Cobas, addirittura minacciandoli di licenziamento se scioperano!
Leggi il comunicato.

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Italia, Seveso: il male arriva dopo trent’anni

10 luglio 1976, una nube di diossina fuoriuscita da uno stabilimento a nord di Milano invade la vicina Seveso, causando uno dei più gravi disastri chimici della storia d’Italia. Oggi, a 33 anni di distanza, uno studio dimostra che gli effetti di quella fuoriuscita sono ben lungi dall’essersi esauriti. Il disastro di Seveso, uno degli incidenti chimici più gravi della storia d’ItaliaÈ di pochi giorni fa la notizia della pubblicazione, da parte di esperti dell’Università di Milano, di uno studio sugli effetti a lungo termine del “disastro di Seveso”, uno degli incidenti chimici più gravi della storia d’Italia. Tali effetti comprendono l’aumento di leucemie, tumori e linfomi nelle zone più esposte. Ma facciamo un passo indietro. Continua a leggere

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E il casco dov’é?

Rceviamo e Segnaliamo.
A Sant’Angelo di Gatteo gli operai di un cantiere
edile indossano le protezioni previste per i luoghi di lavoro solo dopo
essersi accorti delle telecamere di Romagnanoi.it
. GUARDA IL VIDEO.

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I supereroi del lavoro

Vi segnaliamo un sito che raccoglie un po’ di tavole sui morti sul lavoro. 
Guarda
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Se €5000 vi sembran pochi

Si torna a parlare di "riforma previdenziale" e di "innalzamento dell’età pensionabile", un tema su cui tutte le parti politiche speculano. Vi proponiamo una analisi, sulle storture ed i privilegi veri che caratterizzano il sistema previdenziale, con particolare riferimento alle pensioni pubbliche. Come di consueto, queste nostre riflessioni non vogliono e non possono avere i crismi della assoluta scientificità, non ci sentiamo all’altezza. Ci accontentiamo di darvi qualche argomento alternativo da considerare, per prendere coscienza di aspetti e modi di vedere che l´"opinione pubblica" massificata vuole tenere in secondo piano.

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