VERITA’ E GIUSTIZIA PER BRUNO MONTALDI!
BASTA MORTI SUL LAVORO!
Con grande dolore e profonda rabbia piangiamo l’ennesimo operaio morto sul lavoro!
Bruno Montaldi, di 48 anni, originario de L’Aquila, all’alba del 22 Maggio è stato trovato morto nel cantiere della metro B1 di Piazza Sant’ Emerenziana a Roma. Non sono ancora chiare le dinamiche, ma quello che è più che mai evidente e che è iniziato il gioco di scarico delle responsabilità. Ancora prima che si sia indagato sulla dinamica della tragedia, il coordinatore della sicurezza si è prodigato nel dire che in quel cantiere le norme di sicurezza sono sempre state rispettate.
Ci ha pensato quindi il super-sindaco Gianni Alemanno a confortare la famiglia di Montaldi promettendo che sarà intitolata una stazione della metro a nome dell’operaio.
Un esponente dell’Idv ha poi commentato la tragedia proponendo una giornata per le vittime del lavoro. Non ci sono parole per esprimere la collera e la frustrazione che provocano queste dichiarazioni di Alemanno e compagnia.
L’Italia registra un numero impressionante di vittime e di invalidi sul lavoro e ogni volta che accade una simile tragedia, invece di urlare lo sdegno e la rabbia proponendo interventi immediati e cercando di individuare al più presto i responsabili per poi punirli in modo esemplare (il processo della Thyssenkrupp, grazie a Guariniello, ne è l’esempio calzante), si parla di inutili commemorazioni, di vacue cerimonie per far sciorinare a lor signori parole ipocrite, retoriche e prive di una vera intenzionalità.
A pochi ore dalla perdita della vita di un lavoratore, la principale preoccupazione è quella di mettere le mani avanti e assicurare che il cantiere fosse a norma, (da dimostrare) e di pulirsi le coscienze proponendo “medaglie all’onore” e cerimonie.
Stiamo assistendo ad una strage infinita dove l’atteggiamento generale delle istituzioni sembra essere quello dell’ineluttabilità delle continue tragedie.
Nella maggior parte dei casi la responsabilità viene attribuita alla vittima e quando, dopo lunghi ed estenuanti processi, viene riconosciuta la responsabilità dell’azienda, salvo rare eccezioni, le pene sono irrisorie.
Sino ad oggi dall’inizio dell’anno si sono verificati 348.641 infortuni sul lavoro e 205 incidenti mortali.
Ci domandiamo se simili cifre siano degne di una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Ci chiediamo quanti altri lavoratori e lavoratrici non debbano più tornare a casa prima che si intervenga prontamente con applicazione delle leggi in vigore, con aumento di controlli, con una politica vera della prevenzione e della formazione.
La condanna per omicidio volontario ai dirigenti della Thyssenkrupp fa ben sperare chi auspica un vero cambiamento nella nostra società . Chi non investe sulla sicurezza e mette a repentaglio la vita dei lavoratori deve pagare e chi lavora non deve correre il rischio di morire, per nessuna ragione al mondo.
In nome della logica capitalista si continua ad anteporre il profitto alla salute e alla sicurezza, come dimostrato dal tentativo di riportare il nucleare in Italia, dalla tremenda piaga dell’ eternit che continua a mietere vittime innocenti e dal numero crescente di morti sul lavoro.
Ci uniamo ai familiari di Bruno Montaldi, per far sapere loro che non soli, ma che siamo in tanti a lottare per chiedere verità e giustizia, perchè non si muoia più di lavoro.
LAVORARE PER VIVERE, NON PER MORIRE! BASTA STRAGI SUL LAVORO!
Associazione nazionale per la sicurezza sul lavoro Ruggero Toffolutti di Piombino