i limiti della media europea
oratorio in nero per le
morti bianche (così le chiamano)
scritto e diretto da Nino Romeo
con Graziana Maniscalco, Nino Romeo.
Una donna si presenta al pubblico; è la moglie di un uomo vittima di un incidente
sul lavoro, morto da poche ore. Parla, domanda e risponde ad un immaginario
uditorio; emerge così il rapporto con il suo uomo, il dolore per la perdita, il
licenziamento annunciato per il giorno successivo a quello in cui lui ha
trovato la morte.
La gente che le sta intorno le
chiede di partecipare alle trasmissioni televisive che tratteranno
dell’ennesima tragedia sul lavoro: lei rifiuta: non vuole che il suo dolore
privato diventi pubblico spettacolo; ma soprattutto non vuole partecipare della
funzione normalizzante e compassionevole assunta dai media in queste occasioni. Più procede il flusso di ricordi,
immagini, pensieri, più emerge in lei la consapevolezza che la vera lezione di
vita che quella morte porta in sé è il rifiuto, intimo e radicale, di un
modello produttivo basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sul profitto
che i pochi ricavano dal lavoro e dalla vita di tanti.Compressa dal dolore, la donna
mantiene la lucida autonomia del giudizio: il suo linguaggio non è falsamente
mimetico, non è quello che vorrebbe metterle in bocca chi ritiene i subordinati
per classe incapaci di rendere immagini e pensieri in parole; e non è il
linguaggio concettuale di intellettuali rabbonenti; è parola spezzata, graduale
consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla consapevolezza di sé
acquisita attraverso un trauma insanabile. A precedere la pièce, un uomo
ripete ostinatamente le stesse battute: sono le parole che il padre di uno
degli operai morti nel rogo della Thyssen ripeteva mostrando la
fotografia del figlio. Quelle poche parole sono segni definitivi di rabbia, di
dolore e di accusa.Il titolo riporta una frase
tante volte ascoltata da politici, imprenditori, commentatori: il cinismo di
questa frase non è soltanto verbale; è cinismo “di sistema”. Non è vero che le morti sul lavoro
sono “un dramma nazionale che unisce tutti i cittadini”; è una tragedia
secolare che ci divide: per condizioni, per sensibilità, per valori.