La morte di Massimo Corsini non deve passare sotto silenzio!

Lo scorso 9 giugno, un infermiere dell’azienda ospedaliera è morto durante il turno notturno a Medicina Nucleare. Il corpo ormai senza vita di Massimo è stato trovato molte ore dopo il decesso solo al momento del cambio turno.L’autopsia ci dirà le cause del decesso di Massimo, un infermiere di 41 anni impiegato nel turno di notte in una clinica dove i pazienti hanno bisogno di particolari cure e attenzioni che un solo infermiere non può certo garantire. Noi non vogliamo parlare di fatalità perché le condizioni di lavoro all’azienda ospedaliera sono disumane. A tutti sono noti i problemi di organico e i carichi di lavoro imposti al personale ospedaliero.
Massimo avrebbe potuto essere soccorso se con lui fosse stato un collega, ma i tagli alla sanità e una organizzazione del lavoro inaccettabile lasciano in corsia un solo infermiere. La morte di Massimo avrebbe potuto creare altre vittime visto che il suo malore ha lasciato una corsia senza personale, degenti senza quel controllo dei macchinari a cui sono collegati pazienti con gravi problemi di salute. Ci rattrista non solo la morte di Massimo, ma il silenzio che l’ha accompagnata, la disattenzione del sindacato assuefatto ad una organizzazione del lavoro che si ripercuote negativamente sulla sicurezza del personale e dei cittadini degenti. Forse Massimo avrebbe potuto salvarsi se con lui ci fosse stato un collega. Il corpo di Massimo è stato trovato ore dopo la sua morte, una tragica fine sulla quale non far calare il silenzio ma aprire una inchiesta perché ogni morte sul lavoro non è attribuibile al fato e al destino.

Verità e giustizia per i morti sul lavoro!

Sportello sicurezza nei luoghi di lavoro della Confederazione Cobas

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