Lunedì
mattina il Tribunale civile di Roma si è pronunciato sull’impugnazione
del (secondo) licenziamento di Dante De Angelis. Dante
è il simbolo delle battaglie per la sicurezza sul lavoro, pagate per di
più sulla propria pelle. Prima si è riufiutato di condurre un Eurostar
da solo, poi ha denunciato gli spezzamenti degli Eurostar, che sono
continuati anche dopo il suo licenziamento a riprova della verità delle
sue parole. Da più di un anno ha perso il lavoro (l’hanno licenziato a
Ferragosto, quando tutti, anche i media, sono in vacanza) ma non ha
smesso di far sentire la sua voce, rinunciando pubblicamente anche ad
una candidatura alle Europee, sempre in nome della coerenza. Dante de Angelis ha vinto la causa contro il licenziamento FS: sconfitta l’arroganza e l’illegalità manifesta esercitata dall’AD Moretti & soci, che per queste ed altre malefatte – messe in atto contro lavoratori, cittadini, territorio e servizio – DEVONO DIMETTERSI!
Ascolta la corrispondenza di Radiondarossa
Per questo lunedì mattina al Tribunale civile di Roma
arriverà un pullman da Viareggio. I familiari delle vittime della
strage vogliono dimostrare che la battaglia di Dante è anche la loro:
quella per la sicurezza in ferrovia. E nessuno meglio di loro ne
conosce l’importanza. Negli atti del processo Trenitalia ha dato
fondo ad ogni suo avvocato per motivare il licenziamento, incappando in
topiche imbarazzanti. Come potrà controllare chiunque consultando i documenti presentati dalle parti.
E’ arrivata perfino a tirare in ballo l’articolo 21 della Costituzione,
quello sulla libertà di espressione, sostenendo però che
"(…)
È noto, invero, che il diritto del lavoratore subordinato di esprimere
liberamente in forma critica il proprio pensiero – diritto riconosciuto
ad ogni cittadino ex art. 21 Cost. – è sottoposto a peculiari limiti in
considerazione degli obblighi di collaborazione, fedeltà e
subordinazione che gravano sul dipendente. (…)". Parole che pesano
come pietre: se sei "subordinato" non hai diritto di critica. Se passa
questo concetto, i sindacati, i lavoratori, gli Rls, ma anche i
giornalisti non hanno più senso di esistere. E allora la battaglia di
Dante di trasforma in una battaglia di tutti.