Riceviamo e pubblichiamo.
Eravamo una famiglia come tante… 4 figli, mamma e papà… Lui ha sempre lavorato fuori come muratore, quelle che ricordo io, Udine, Arabia Saudita credo anche in Germania… Nel 1996 volle però tornare nel suo paese… Da noi… Per mantenerci andò a lavorare nell’impresa edile di R. R., l’uomo che l’ha ucciso… Lavorava, come del resto quasi tutte le vittime del lavoro, in nero… Un cantiere che tutto aveva ma tranne le norme di sicurezza… Era privo di reti di sicurezza, le tavole che facevano da percorso che si muovevano…
Era il 23 Luglio del 1996 quando successe la tragedia… Quella mattina papà salutò tutti e andò a lavorare come faceva tutte le mattine… Era un uomo che amava il suo lavoro e amava soprattutto il prossimo… E proprio quest’amore che lui aveva verso il prossimo lo ha portato alla morte… Insieme a lui lavorava un ragazzo, il quale tutte le sere faceva tardi e poi la mattina era tuttto intontito… Così mio padre, il mio eroe, volle salire apposto suo perchè diceva che poteva farsi male… Lui è salito sull’impalcatura ma quelle maledette tavole si sono spostate e lui è caduto… Mio padre non è morto subito, ma all’ospedale per un’emorragia interna… Da allora sono passati 12 anni, 12 anni di cause e di testimonianze false… Tra cui quella del ragazzo che ha dichiarato che lui quel giorno non lavorava… Ma come ben sapete la giustizia italiana fa schifo… Io voglio la giustizia! R. R. la deve pagare… E’ un assassino e deve pagare!
Mio padre si chiamava Angelo Castiglia ed è morto a 46 anni il 23 luglio 1996 a Sapri (SA), lasciando 4 figli e mia madre…