Ancora un incidente a Civitavecchia

Altro incidente sul lavoro alla centrale Enel di Torre Valdalica Nord.
Mercoledi 19 docembre un pannello destinato alla costruzione del carbonile è finito addosso ad un operaio, ferendolo gravemente. Questi nel tentativo di scansarsi è caduto rovinosamente in una buca, riportando fratture alle costole e diverse ferite al volto. Sull’operaio civitavecchiese, impiegato presso la ditta locale Bruno Romeo, sono in corso accertamenti dei medici del San Paolo, per verificare se l’infortunio possa avere leso la colonna vertebrale.

Dell’accaduto in cantiere gli operai non sapevano nulla, visto che Enel sta depistando tutto quello che avviene per evitare che ci siano nuovi blocchi dopo quelli avvenuti per la morte di Michele Cozzolino. Qualche settimana fa è cascato un fascio di tubi e un gancio che pesa 500km, eppure gli operai continuano a lavorare nel girone infernale mettendo a repentaglio la propria vita per un misero stipendio.

Al segretario della Camera del Lavoro di Civitavecchia Franco Borriello, che apperendo in Tv ha detto che dopo la morte di Michele in cantiere sono aumentati i controlli e gli operatori della sicurezza, noi rispondiamo che i controlli sono fatti da persone che non vogliono vedere, poichè in cantiere di tvn non è cambiato nulla dal drammatico fatto di Michele e gli incidenti di questi giorni lo dimostrano. Enel deve finire il cantiere entro il 2009 ed è già in ritardo di un anno, ciò vuol dire che possono mettere tutti gli operatori alla sicurezza che vogliono ma tanto fin quando si lavorerà come se fosse un formicaglio le norme di sicurezza non potranno mai essere messe in atto.
Inoltre i sindacati confederali al solito giocano con Enel e creano disinformazione e spaccature tra operai.

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Avete le mani sporche di sangue

Momenti di tensione al funerale di Rocco Marzo, 54 anni, il quinto
operaio morto nel rogo del 6 dicembre scorso all’acciaieria
ThyssenKrupp. Le esequie si sono svolte stamani a Torino, nella
parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, nel quartiere di Mirafiori
sud. Ciro Argentino, sindacalista della Fiom e compagno di lavoro delle
vittime, ha stracciato il nastro che cingeva la corona inviata
dall’azienda e ha urlato ai dirigenti che entravano in chiesa (c’era
anche l’ amministratore delegato, Harald Espenhahn): "Avete le mani
sporche di sangue"
.
Questo mentre al reparto grandi ustionati dell’ospedale Villa Scassi di Genova moriva il sesto operaio della ThyssenKrupp. Rosario Rondinò aveva solo 26 anni.

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Messo il Totem al Colosseo

 


Oggi, 18 dicembre
al Colosseo abbiamo messo una tavola di legno coperta di schizzi rossi, con inchiodati sopra i nomi degli ultimi 100 morti sul lavoro, con un casco da operaio posto sulla sua sommità.  
Questo il totem per ricordare che non esistono morti bianche, visto che sappiamo chi sono i responsabili di questa carneficina. Gli stessi che oggi hanno voluto sfilare con fiaccole alla mano o accendere il Colosseo in segno di lutto. I sindacati confederali e il sindaco di Roma dovrebbero ricordare che il Colosseo si accende ogni volta che in una nazione viene abolita la pena di morte. Nel nostro paese però 4 persone al giorno continuano a morire perchè ci costringono a ritmi si lavoro folli a ad una precarità di vita insostenibile.
E’ questa la nostra pena di morte?

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Agenzie stampa sul totem

18_dicembre.pdf

 

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18 dicembre al colosseo

http://www.youtube.com/watch?v=rOYu4PpmS9c

Il comitato Nomortilavoro da appuntamento il 18 dicembre alle 17 al Colosseo per dire basta a personaggi come Veltroni e i sindacati confederali che vogliono fare fiaccolate ed accendere il Colosseo in ricordo dei morti di Torino.
Il Colosseo dovrebbe essere acceso ogni volta che viene evitata una pena capitale. In questa occasione invece il governo e il partito del sindaco di Roma non hanno fatto niente per evitare che la precarizzazione portasse ancora a morire sui posti di lavoro.
Saremmo li martedi per denunciare la loro ipocrisia e per portare il nostro totem dove verranno attaccati dei chiodi in ricordo delle ultime 100 morti di quest’anno.

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Cartoline di Natale alla ThyssenKrupp e alla Confindustria

Oggi 14 dicembre abbiamo fatto visita alla sede romana della ThyssenKrupp per consegnare di persona la prima cartolina di Natale e per denunciare le gravi responsabilità della multinazionale riguardo la “strage” avvenuta la notte del 6 dicembre a Torino in cui hanno perso la vita 4 operai ed altri sono rimasti gravemente feriti. Per noi non si è trattato nè di un incidente nè di una morte bianca, ma del risultato delle politiche di precarizzazione che mirano soltanto alla produzione permanente ed al profitto senza tener conto della sicurezza dei lavoratori. Abbiamo colorato gli uffici di vernice rossa per ricordare a tutti chi sono i veri assassini. Abbiamo svuotato gli estintori per dimostrare che sarebbero bastati 10 euro, il costo della ricarica di un estintore. Neanche questo è il valore della vita di una persona per questa azienda.  Siamo i precari e le precarie di Roma, non ci basta l’indignazione e la retorica delle forza politiche e dei sindacati confederali, vogliamo che le nostre vite non siano una voce dei preventivi di morte delle imprese.

La seconda cartolina di oggi è stata consegnata alla Confindustria che noi riteniamo tra i principali responsabili di quello che sta accadendo oggi in Italia.  

Felice natale ThyssenKrupp e Confindustria, non vi dimenticheremo mai!

Ascolta la corrispondenza a Radiondarossa

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Eppoi non si può dire che sono assassini

Giovedì 13 dicembre il comitato nomortilavoro alle ore 18 si incontra
al centro sociale ex snia (via prenestina 173) a Roma per concordare le iniziative da intraprendere.

Quando un essere umano muore per malattia o per vecchiaia ci si
muove ad una naturale pietà verso colui che, magari anche soffrendo a
lungo, è scomparso. Non ci si può appellare alla colpa di nessuno, fa
parte della condizione umana.
Ma quando gli esseri umani sono costretti, per vivere e per far vivere
i loro familiari, ad attività lavorative disagiate e che comportano
rischi più o meno alti, in condizioni di sicurezza carenti o del tutto
assenti, le colpe – e che colpe – sono facilmente e sicuramente
attribuibili.
Le migliaia di morti sul lavoro, a volte con vicende veramente orrende
e terrificanti come quella della fonderia di Torino dei giorni scorsi,
che invadono quotidianamente le cronache, non sono frutto del fato o
dell’imprudenza dei lavoratori che operano in certi settori.

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Sotto palazzo Chigi

 

Il Comitato Nomortilavoro esprime piena solidarietà alle famiglie degli operai morti a Torino e rilancia un appuntamento per lunedi 10 dicembre a partire dalle 16 sotto Palazzo Chigi perchè

 
Vogliamo
dirlo con parole semplici così che tutti possano
capire,
ma vogliamo gridarlo forte affinché nessuno possa dire
di non aver sentito.

IL
LAVORO UCCIDE !

 
Le
vittime del lavoro nel mondo sono più numerose di quelle
causate dalle guerre, dall’Aids o da qualsiasi altra epidemia, e
crescono di anno in anno.

Nel Mondo: in un
anno muoiono sul lavoro 2.400.000 persone; 274 in una sola ora, 4 per
ogni minuto che passa

In Europa: ogni 5
secondi c’è un incidente sul lavoro che provoca 15 morti al
giorno e 300.000 invalidi all’anno

Guarda tutte le foto 

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31 ottobre: assemblea pubblica

“NEANCHE UN SECONDO DI LAVORO SENZA SICUREZZA”
Pensiamo che sia ora di raccontare le storie personali degli uomini e delle donne che ogni giorno subiscono la violenza del lavoro per trasformarle in lotte collettive.

Verso lo sciopero generalizzato del 9 novembre
MERCOLEDI 31 OTTOBRE, dalle ore18,
al LOA ACROBAX (via della vasca navale 6 – viale marconi)
è convocata L’Assemblea  pubblica provinciale

interverranno Laut (Civitavecchia), Coordinamente contro la guerra Valle del Sacco-Colleferro, lavoratori AMAGEST, ACEA, FS, Cantieri, precari, RLS/RSU, Confederazione Cobas, Rdb-Cub, Usi-Ait

–    ore 21 cena a sottoscrizione del comitato nomortilavoro

–    ore 22 proiezione del film Motoboy di Cèsar Meneghetti, Elisabetta Pandimiglio, Italia/Brasile, 2004, 75’. Il film sarà introdotto dai registi e da Marco, uno dei primi speedy boys della Capitale.

Ascolta la trasmissione a Radiondarossa di preparazione dell’assemblea 

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Lavoratori Enel: non un’ora di lavoro senza sicurezza

"Questa centrale non da vera occupazione: solo inquinamento, precarietà e morti bianche".
Si è concluso il blocco del cantiere che da lunedi scorso stavano portando avanti i lavoratori dell'Enel di Valdalica nord per richiedere maggiori condizioni di sicurezza sul posto di lavoro dopo la morte del 31enne Michele Cozzolino.
Alcuni lavoratori del Laut (comitati lavoratori e precari autorganizzati) respingono
l'accordo e la trattativa a ribasso fatta dai sindacati confederali.
Già si erano evidenziate divergenze tra una parte dei
lavoratori ed i sindacati sul pagamento delle giornate non
lavorate, che sembravano destinate ad aumentare per gli operai
delle imprese impegnate nei lavori al terzo gruppo
termoelettrico (dove è avvenuto l'incidente), sequestrato dalla
magistratura. I lavoratori chiedevano che se ne facesse
totalmente carico l' Enel. In base all'accordo, 8 ore saranno considerate di sciopero, 20 saranno
pagate dall'Enel e le restanti saranno recuperate.

Ascolta la corrispondeza di Radiondarossa su gli aggiornamenti da Civitavecchia
Ascolta la corrispondenza di Radiondarossa sul blocco di lunedi mattina.

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