Appunti per un’indagine sui minatori

di Simona Baldanzi

Quando ho letto che i 33 minatori del Cile erano ancora vivi dopo 17 giorni dal crollo della miniera ho interrotto i miei appunti. Da aprile mi stavo segnando le notizie apparse sulla stampa internazionale con al centro il lavoro in miniera.
Aprile 2010. Crolla miniera di carbone in Virginia. Venticinque morti e dieci dispersi. Aprile 2010. Cina, trovati cinque cadaveri nella miniera del “miracolo. I soccorritori hanno miracolosamente estratto vivi 115 minatori, sopravvissuti a una settimana sottoterra mangiando corteccia e bevendo acqua lurida. Maggio 2010. Siberia, esplosioni in una miniera. Trenta morti, decine di feriti e dispersi. Maggio 2010. Russia. Esplode miniera di carbone. Dentro 312 minatori, 12 morti. Maggio 2010. Turchia, scoppio in miniera. 28 minatori morti, 2 dispersi. Giugno 2010. Nigeria. Strage di bambini tra i minatori. 111 morti nella corsa all’oro illegale.
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Appello contro lo spot: dove sono i datori di lavoro?

La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot rivolti solo al lavoratore e non a tutti gli  “attori” coinvolti. Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l’ammenda, salvamanager, ecc.). Ora il governo cerca di rifarsi la “verginità” con spot inutili che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro. Questi spot sono inutili, anzi dannosi, per l’immagine di chi ogni giorno rischia la vita, non perché gli piaccia esercitarsi in sport estremi, ma colpevolizzando sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtà drammatica: l’attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilità al lavoratore di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre più precarie in tema di sicurezza. Continua a leggere

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10 ottobre: giornata nazionale

Il 10 ottobre l’Anmil ha organizzato la Giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro. In Italia, si legge in una nota, oltre mille persone hanno perso la vita nel 2009 per incidenti sul lavoro, circa 300 sono morte a seguito di una malattia professionale mentre 790mila sono stati gli infortunati. Queste cifre dimostrano che l’impegno comune finora profuso non è assolutamente sufficiente a tutelare la salute dei lavoratori e per questo merita un’attenzione particolare nel nostro Paese, sia da parte della società civile che dalle istituzioni. Continua a leggere

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Settembre: ancora tra le rotaie

30 SETTEMBRE

FORLÌ-CESENAMorto dissanguato per essersi tranciato la vena femorale di una coscia con la lama della motosega sfuggitagli di mano. Questa la tragica fine di Adolfo Campitelli, 87 anni. L’incidente mortale è accaduto in località Val Gianna, nel territorio comunale di Santa Sofia, sull’Appennino forlivese. L’anziano era impegnato nel tagliare alcuni alberi. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, dopo averne abbattuto alla radice uno, stava provvedendo a tagliarlo in più pezzi. Ed è stato in questa fase che, per cause da chiarire, la motosega gli è improvvisamente sfuggita di mano. La lama lo ha colpito nella parte alta di una coscia provocando uno squarcio profondo una decina di centimetri che ha lacerato anche la grande vena femorale, provocando una devastante emorragia, che in meno di un minuto lo ha dissanguato. L’uomo avrebbe cercato di arrestare l’emorragia con un laccio, ma tutto è stato inutile.

RIETI – Un uomo di circa 70 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da un camion su cui stava caricando della legna. È accaduto nel pomeriggio, a Terzone di Leonessa, in provincia di Rieti. L’uomo è stato ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma. Secondo quanto riferito dai medici del 118 di Rieti, a provocare la caduta potrebbe essere stato un malore. Sono in corso accertamenti per individuare l’esatta dinamica dell’incidente.

VICENZA – Un dipendente di un’azienda vinicola di Lonigo (Vicenza) è stato trovato morto riverso sul boccaporto di una cisterna piena di mosto: i medici parlano di morte per arresto cardiocircolatorio, ma non escludono che la causa possa essere l’alta concentrazione di ossido di carbonio prodotto nel corso del processo di fermentazione del vino. La vittima è Mario Geremia, 55 anni, di Lonigo, da gennaio dipendente della «Vinigris», della quale sono titolari le sorelle Lara e Patrizia Cristofari. È stata una delle due donne a trovare il corpo di Geremia. Ha dato l’allarme al centralino dell’ospedale e in breve da Verona è arrivato l’elicottero di emergenza, ma i medici non hanno potuto far nulla per salvargli la vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Lonigo, tecnici dello Spisal ed esperti dell’Arpav. Da Mestre sono stati fatti giungere anche gli specialisti del nucleo per il rischio chimico e batteriologico dei vigili del fuoco. Sono in corso misurazioni ed analisi per capire che atmosfera vi fosse dentro la cisterna e se la morte di Geremia sia da mettere o meno in correlazione con i miasmi fuoriusciti dal boccaporto. Il pubblico ministero De Munari, che ha aperto un’inchiesta, potrebbe disporre l’autopsia sul corpo dell’operaio. Continua a leggere

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Ti toglie l’anima se a morire è Pietro

Il funerale di Pietro Mirabelli c’è sabato alle tre e mezzo a Pagliarelle (KR).
E’ morto il 22 settembre Pietro Mirabelli in galleria in Svizzera. Un masso si è staccato dal fronte mentre una squadra lavorava con il jumbo. È morto in ospedale nel Canton Ticino per troppe lesioni interne. Aveva di recente lavorato per un breve periodo alla Toto a Barberino, dopo il periodo di cassaintegrazione in seguito alla chiusura dei lavori dell’Alta Velocità. Aveva infatti lavorato dal 2000 in CAVET dove era stato RLS, RSU fino alla conclusione dell’opera. Pietro era un minatore calabrese, era un lancista, quello che sparava cemento al fronte della galleria, che aveva lavorato in una miriade di cantieri, per le grandi opere, per la velocità e il benessere del Nord, mentre a Pagliarelle, nella sua terra, dovevi fare quindici minuti di macchina per raggiungere la prima edicola. Mai prima di lui ho conosciuto qualcuno che ha fatto della dignità del lavoro una propria insostituibile missione. Un testardo dei diritti che ultimamente era rimasto ferito da questa Italia, dalla sua politica, dai sindacati e se ne era andato in Svizzera anche e soprattutto per questo. Pietro era un figlio d’arte, come lui stesso si definiva. Il padre è morto di silicosi in seguito al lavoro di galleria. Pietro, anche se non ci credeva, era riuscito però a infrangere un silenzio sulla condizione dei minatori moderni e aveva conosciuto e incontrato una miriade di persone, coinvolgendo tutti nella sua battaglia a partire dal quarto turno e dalla sicurezza. Continua a leggere

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Molestie sessuali a quando un risarcimento?

Secondo una recente indagine dell’ Istat il fenomeno delle molestie e dei ricatti sessuali nel mondo del lavoro è molto preoccupante, visto che negli ultimi tre anni oltre il 19% delle lavoratrici italiane ha dichiarato di essere oggetto di molestie. Continua a leggere

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Infortuni sul lavoro: tutta la famiglia va risarcita

(18/09/2010)Nel caso di gravi incidenti sul lavoro, il risarcimento spetta non solo al lavoratore ma anche all’intera famiglia. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione decretando che danni di questo genere determinano uno “sconvolgimento delle abitudini di vita” che incide anche in ambito familiare. Continua a leggere

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Lavoro e immigrazione

Secondo concorso letterario nazionale Giorgio Leoncino premiazione mercoledi 22 settembre ore 16 – Sala del Museo archeologico di Cittadella – Piombino a cura dell’Associazione Nazionale per la Sicurezza del Lavoro Ruggero Toffolutti.

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Il sabato dei morti viventi

Da Napolimonitor

Stavolta non è stato come il diciassette agosto scorso, quando Vincenzo Sisto è morto mentre effettuava lavori di manutenzione a un montacarichi di un supermercato a Frattamaggiore. Agosto è un mese infame per queste cose. Perfino il supermercato nel quale Sisto stava lavorando era chiuso per ferie. E poi mettici l’età, sessantaquattro anni sono troppi: la morte sul lavoro di Vincenzo Sisto non ha fatto alcuna notizia. Continua a leggere

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Anthony Forsythe: una mostra per ricordarlo


Non si sa ancora niente di Anthony Forsythe. L’operaio delle Ferrovie che è stato investito da un treno la notte tra il 9 e il 10 Dicembre 2007 giace dentro un faldone del tribunale. Attende la sentenza. Di morte (archiviazione) o di vita (inizio del processo). Perchè essere mandato sulle rotaie, di notte, senza luce, senza alcuna protezione, dopo aver lavorato dieci ore nella giornata e per una settimana di seguito senza riposo sufficiente… E’ troppo. E non si può dimenticare.

I familiari di Anthony Forsythe mostrano i suoi quadri per tenere vivo il suo ricordo.
Anthony non era SOLO un operaio (suicida e imbecille, come ha sostenuto il collga di lavoro e responsabile presente all’incidente…) Anthony non era SOLO un ragazzo di 26 anni che per SFORTUNA è morto (qui la sfortuna non centra, nè la fatalità). Anthony era un artista e una persona con molti talenti che andava al cuore delle cose, che cercava l’essenza della vita. Il titolo della mostra è “Dietro il sipario di noi stessi” dal  3 all’ 8 settembre a Roma, Torretta Valadier di Ponte Milvio. L’ingresso è gratuito
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