Sei nuove “morti bianche” in meno di ventiquattr’ore. E il tragico bilancio delle vittime di incidenti sul lavoro, dall’inizio dell’anno, è di 269 morti. L’incremento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è del 21,4 % (Dati Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti bianche). Ma il bilancio è ancora più tragico se a questi dati si sommano i lavoratori deceduti per incidenti sulle strade o nel percorso casa-lavoro: il numero quasi si raddoppia.
Il settore più colpito dalle “morti bianche” è quello dell’edilizia: 78 vittime dall’inizio dell’anno, il 29,4% sul totale. L’agricoltura, con 73 vittime, registra il 28,2 %: gli agricoltori muoiono per la maggioranza in tarda età schiacciati da trattori senza protezione che si ribaltano travolgendoli. Sono già 41 dal primo gennaio gli incidenti di questo tipo. L’industria ha già avuto 29 morti con una percentuale del 10,1% sul totale, mentre l’autotrasporto conta 22 vittime con il 8,3%. Gli stranieri morti sono stati 29 e rappresentano, in queste tragiche percentuali, l’11% sul totale.
Le regioni in testa a questa drammatica classifica sono la Lombardia con 31 vittime sui luoghi di lavoro (provincia di Milano 10), la Sicilia 24 (provincia di Catania 5). l’Emilia Romagna 22 (Provincia di Bologna 6).
“Alcune regioni stanno avendo un andamento pessimo, altre sembrano avere imboccato un trend positivo”, si legge sul sito dell’
Osservatorio indipendente di Bologna 1. “All’inizio di aprile avevamo scritto che ci sarebbero state molte morti in edilizia e in agricoltura nel centro-nord, purtroppo le previsioni, supportate dalle analisi del materiale raccolto negli anni passati, hanno confermato quanto paventato: la situazione è ancora più drammatica di come l’avevamo prospettata. Ci sono in aprile 45 morti sui luoghi di lavoro. In maggio 51 morti. Moltissimi morti sono dovuti alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all’aperto quali l’edilizia, l’agricoltura, la manutenzione stradale, l’autotrasporto ecc…”
Alle vittime si aggiungono centinaia e centinaia di feriti, alcuni anche in modo grave che, per lungo tempo o, spesso, per tutto il resto della loro vita, sono costretti a non lavorare a causa delle lesioni riportate. Una cifra esatta non c’è, anche perché per i piccoli incidenti si ricorre frequentemente a cure private, anche su sollecitazione dei datori di lavoro che vogliono evitare inchieste e problemi; inoltre, le statistiche dei centri clinici riportano normalmente dati su lesioni superiori ai 7 giorni.
Le ultime sei vittime, oggi, sono un operaio romeno di 27 anni precipitato dal tetto dell’azienda per cui stava lavorando, a Borgo Isonzo, in provincia di Latina, due operai di Appiano e Chermes, dipendenti di un’impresa di manutenzione dei pozzi neri, trovati morti all’interno di un pozzo a Vipiteno 2, un pescatore di Chioggia (Venezia) disperso in mare 3 dopo che il peschereccio su cui stava lavorando è affondato al largo della costa veneta e un operaio romeno, P.G., è morto folgorato mentre lavorava 4 alla costruzione di un ponte sul fiume Giovenco nel territorio del Comune di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). L’uomo era alla guida di una autogru che azionava la pompa del calcestruzzo e, per motivi da chiarire, ha urtato i fili dell’alta tensione: il giovane è morto all’ istante. La sesta vittima è un operario romeno di 43 anni, Gheorghe Peteleu, morto stasera schiacciato dalle ruote di un camion che stava riparando. L’incidente mortale si è verificato all’interno della concessionaria Volvo veicoli industriali di viale Zaccagna a Marina di Carrara.
Due operai, invece, sono rimasti feriti in un incidente sul lavoro verificatosi in un’impresa metalmeccanica di Gela che opera nella zona industriale. Uno dei due lavoratori, un 53enne, è stato immediatamente ricoverato all’ospedale di Gela “Vittorio Emanuele” e sottoposto a intervento chirurgico. Le sue condizioni sono subito apparse più gravi rispetto a quelle del suo collega. L’uomo è stato colpito dal braccio di una gru abbattutasi sulla cabina di un mezzo pesante.
Durissimo il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina: “Anche oggi è arrivato il bollettino di guerra sulle morti sul lavoro. E’ una situazione insostenibile, inaccettabile. Gli occupati sono un milione in meno del 2008, ma i numeri di caduti sul lavoro rimane oltre i tre al giorno. Il Ministro Sacconi che fa? Che priorità indica alle sue strutture ispettive? Quali modifiche normative intende promuovere dopo aver smantellato importanti norme di contrasto al lavoro nero? Risponda con urgenza in Parlamento e al Paese”.