Mentre i turisti stranieri a Roma e nelle altre metropoli si divertono a
fotografare i nuovi panorami cileni offerti dai marmittoni in assetto di
guerra che presidiano sedi diplomatiche e altri punti sensibili ci
immaginiamo il commento molto pittoresco
che paese avventuroso
nei posti di lavoro gli operai continuano ostinatamente a cadere dentro cisterne
piene di gas venefici, a precipitare dalle impalcature senza protezione, vittime
del pittoresco modo di produrre che vige nel nostro paese.
Effetti collaterali, come li giudica anche qualche ministro vedasi l’ex
dipendente INPDAP Scaiola, del progresso e della civiltà
capitalistica.
Cosa sono qualche migliaia di morti e feriti di fronte al benessere garantito a
milioni di persone dalla costruzione di milioni di metri cubi edificati, in modo
più o meno legale, all’energia garantita dalle centrali nucleari (fra 10-15
anni?), alla necessità di effettuare certe lavorazioni pericolose, ma
necessarie, risparmiando il più possibile, altrimenti le aziende andrebbero in
rovina.
Cosa sono le famiglie distrutte spiritualmente e materialmente dagli incidenti
sul lavoro e stradali, che superano di gran lunga le vittime delle azioni
criminali e delittuose?
Solo effetti collaterali inevitabili della
produzione a basso costo, del consumismo vacanziero, dello stress dovuto al
traffico cittadino provocato dall’assenza assoluta di un sistema di trasporto
pubblico efficiente.
Ma la popolazione continua a sopportare (o a non capire), tanto che la
curiosità è di vedere fino a che punto la dittatoriale propaganda di questo
regime pseudo-democratico potrà continuare indisturbata a giocare la carta
della percezione sulla sicurezza e sulla immigrazione, che sembra l’unica
emergenza meritoria di attenzione.
I morti sulle strade, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle officine, che si
susseguono giornalmente sono ormai solo un rumore di sottofondo alle polemiche
sui sacrosanti diritti umani (solo degli altri) che campeggiano e dominano sulle
pagine dei giornali e nei titoli dei TG.
Possibile che queste morti non vengano percepite da nessuno come situazione
drammatica ?
Possibile che i nostri sensi debbano essere così attutiti e deviati dal
continuo martellamento mediatico da non avvedersi di come le emergenze
costruite a bella posta da costoro servano esclusivamente a giustificare una
sempre più progressiva limitazione delle libertà personali e politiche in
questo paese, a garanzia e tutela non di noi, ma del regime stesso ?
Quando ci decideremo a riaprire occhi ed orecchie ed a mettere in piedi una
reazione dignitosa e commisurata a questo gravissimo stato di cose ?
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