Nuovo incidente ad un dipendente civile della base militare USA di Sigonella. La sera del 2 novembre, un autobus della società di gestione aeroportuale Algese2 si è ribaltato all’interno dell’area aeroportuale. Il mezzo riservato al trasporto degli equipaggi è rimasto totalmente danneggiato, l’autista ha riportato numerose contusioni ma si è rifiutato di andare in ospedale. Nel luogo del sinistro sono giunti i carabinieri e i dirigenti di scalo e sarebbe stata aperta un’inchiesta per accertare le cause e le modalità del ribaltamento.Si tratta del secondo grave incidente in meno di una decina di giorni. La notte di domenica 24 ottobre, un grosso pallet contenente un carico di zinco da 1.600 kg era caduto da un aereo Md-11 schiacciando un lavoratore di 47 anni, Salvatore Maita, che si trovava sulla rampa sottostante. Trasportato d’urgenza al reparto di neurochirurgia dell’ospedale “Garibaldi” di Catania, l’operaio è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la riduzione di un esteso trauma cranico e, solo tre giorni fa, è miracolosamente uscito dallo stato di coma. Anche Maita è dipendente della società Algese che ha in gestione per conto dell’US Navy i servizi a terra dell’aeroporto di Sigonella.
Secondo i sindacalisti della CUB Trasporti le cause “di questo preoccupante stillicidio di incidenti sul lavoro” all’interno della grande infrastruttura militare siciliana sono da imputare all’ “aumento indiscriminato dei carichi di lavoro, al sottodimensionamento dell’organico, alla diminuzione dei livelli di sicurezza sul lavoro e all’assenza di investimenti”. Più sfumate le valutazioni delle altre organizzazioni sindacali presenti a Sigonella. “Riteniamo opportuno non entrare nel merito di quanto accaduto per rispetto dell’indipendenza della magistratura che indaga per accertare eventuali responsabilità e violazioni delle normative di sicurezza e protezione dei lavoratori”, scrivono in un comunicato congiunto Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. “Chiediamo che si fermi questa oscena catena di incidenti sul lavoro che offendono la dignità e rischiano di distruggere anni di conquiste del movimento dei lavoratori. Quello che ha colpito il lavoratore di Algese è tuttavia il primo grave infortunio registrabile all’interno dell’aeroporto di Sigonella all’infuori di quelli “in itinere” sulla Catania-Gela, definita la strada della morte”. Che si sia trattato di un “primo infortunio” è tesi discutibilissima; di certo non è stato l’ultimo, considerato quanto poi accaduto il 2 novembre all’automezzo e all’autista di Algese2.
Alla spirale degli incidenti si sommano le preoccupazioni del personale civile per i piani di ridimensionamento degli organici predisposti dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti nelle basi in Italia, Napoli e Sigonella in testa. Da metà ottobre sono divenuti esecutivi i licenziamenti di 44 cittadini statunitensi e 39 dipendenti locali; altri 52 lavoratori italiani sono stati ricollocati in “posizioni create a seguito di dimissioni volontarie e congelamento delle assunzioni”, mentre 24 lavoratori “che occupavano posizioni in eccesso o successivamente utilizzate per ricollocamenti” hanno firmato lettere di dimissioni “volontarie” in cambio di incentivi economici. Tagli pesantissimi che l’US Navy ha eseguito discriminando apertamente i lavoratori di nazionalità italiana, i quali sarebbero immediatamente sostituiti con personale di origine statunitense di nuova assunzione. Con una interpellanza urgente al presidente del Consiglio e ai ministri della Pubblica amministrazione, del Lavoro e dell’Economia, l’onorevole Giuseppe Berretta (Pd) denuncia che le forze armate americane avrebbero avviato il licenziamento a Sigonella in violazione della legge 23 luglio 1991, n. 223 e “in spregio agli accordi internazionali quali il SOFA agreement, che prevede che la manodopera utilizzata nelle basi Nato sia locale”. “Secondo le denunce dei sindacati – aggiunge Berretta – le basi americane starebbero assumendo in maniera illegittima e senza le necessarie autorizzazioni personale di cittadinanza statunitense, attraverso agenzie interinali, e sarebbe persino stato bandito un concorso per l’assunzione di 45 unità di personale statunitense proprio nella base di Sigonella”. Nell’invocare il riconoscimento al personale italiano delle basi Nato l’applicazione della legge n. 98 del 1971 che prevede l’assunzione negli uffici periferici dello Stato di personale eventualmente licenziato da organismi militari esteri, il parlamentare del Partito democratico chiede al Governo di “rimpinguare con le risorse necessarie, il fondo statale previsto per l’inquadramento del suddetto personale”.
Il 13 marzo 2010, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta si era pubblicamente impegnato con l’amministrazione provinciale di Catania a dare accesso alle misure di sostegno al reddito previste dalla legislazione a tutti i lavoratori civili della base militare di Sigonella licenziati. Sono trascorsi otto mesi ma per gli (ex) dipendenti la riconversione occupazionale resta un miraggio.