Momenti di tensione al funerale di Rocco Marzo, 54 anni, il quinto
operaio morto nel rogo del 6 dicembre scorso all’acciaieria
ThyssenKrupp. Le esequie si sono svolte stamani a Torino, nella
parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, nel quartiere di Mirafiori
sud. Ciro Argentino, sindacalista della Fiom e compagno di lavoro delle
vittime, ha stracciato il nastro che cingeva la corona inviata
dall’azienda e ha urlato ai dirigenti che entravano in chiesa (c’era
anche l’ amministratore delegato, Harald Espenhahn): "Avete le mani
sporche di sangue".
Questo mentre al reparto grandi ustionati dell’ospedale Villa Scassi di Genova moriva il sesto operaio della ThyssenKrupp. Rosario Rondinò aveva solo 26 anni.
La funzione funebre è stata officiata
dall’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, e concelebrata,
fra gli altri, da don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele. In
chiesa la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, il
sindaco e il presidente della Provincia di Torino, Sergio Chiamparino e
Antonio Saitta. Il cardinale è apparso molto commosso, anche perché era
giunta notizia della sesta vittima deceduta nell’ospedale di Genova:
"Mi auguravo – ha affermato aprendo la celebrazione del funerale – di
avere chiuso questa triste vicenda con le esequie in Cattedrale (quelle
delle prime quattro vittime, ndr.)". Poi ha aggiunto: "La solidarietà
della città è grande, anche l’azienda si è unita nella solidarietà, ma
non basta. Serve un sussulto. Solo ieri in Italia sono morti altri 5
operai. Quella della sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale".
Poi, dopo avere ricordato di essersi recato in ospedale dove Rocco
Marzo era ricoverato per le gravissime ustioni, ha lanciato un appello:
"Alla sua famiglia, alla moglie Rosetta e ai figli Alessandro e Marina
la città sia vicina. La famiglia senta anche la vicinanza di questo
vescovo che soffre e che non vorrebbe mai presiedere a funerali come
questo".